Posso dire che un giorno senza giornali, Tg, Rg, info proprio ci voleva?
Lo sciopero dell’informazione rischia di non passare inosservato quantomeno perché marca la differenza con il quotidiano bombardamento mediatico di pinzillacchere: Berlusca riesce o non riesce a dare ragioni alle regioni senza rompere con Tremonti? Gli aquilani dopo che gli ha distrutto le case il terremoto sono contenti che la polizia gli smanganella le teste con la scusa che li avevano presi per blecbloc? E il Giornale e Libero (di fare che? di sragionare?) che scrivono che è tutta colpa della sinistra se gli aquilani prendono le botte in testa, vanno lasciati fare in nome della libertà di stampa, fermati come propalatori di menzogne abnormi o gli va data ragione perché i matti è meglio non contraddirli (soprattutto quando lavorano per il capo)? La legge bavaglio è o non è una priorità delle massaie italiane che non comprano più neppure spaghetti e sfilatini da quanto pochi sono i quattrini? Alle imprese che boccheggiano e licenzieggiano importa sul serio che Moody’s dica che l’Italia non è in recessione o gli frega di più che i clienti non saldano le fatture? Alla Cina fa sul serio effetto che la Moratti (sindaco de Milan in perenne stato di confusione mentale) minacci di intensificare i controlli anticontraffazione in occasione dell’expo, posto che si faccia, nel 2015, e non oggi che le mozzarelle parlano polacco e tendono all’azzurro (che è pursempre il colore del partito del sindaco)? E che il ministro Galan minacci le dimissioni se viene approvata la proroga delle multe per le quote latte propugnata trota (Renzo Bossi) importa a qualcuno, mucche e Presidente della Coldiretti a parte? Certo, fa caldo, ma è estate: forse se domani non avremo giornali e tv a ripetercelo sentiremo un po’ più di fresco…
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