Il nuovo film di Steven Soderbergh non è un vero e proprio bio-pic, come si potrebbe pensare. Non solo perché della vita dell’estroso e controverso pianista americano Liberace, star negli Stati Uniti negli anni ’70 e ’80, vengono raccontati solo gli ultimi sei anni di vita, ma soprattutto perché il regista si focalizza principalmente sulla relazione omosessuale tra lui e Scott Thorson, guardando tutto, tra l’altro, proprio attraverso gli occhi di quest’ultimo. Behind The Candelabra perciò non è la storia di un fantastico artista e del suo talento, bensì dell’amore tra due uomini molto diversi tra loro, del loro incontro casuale, della loro vita insieme, della separazione, del loro scontro con tanto di causa legale e del riavvicinamento finale sul letto di morte di Liberace. Tutto questo sullo sfondo di una America ancora diffidente nei confronti dell’omosessualità – tant’è che i due protagonisti non vogliono rendere nota la loro relazione –, descritta con un’ironia a tratti dolce, a tratti tagliente. Un’ironia che si ritrova allo stesso modo anche nel trattamento dei personaggi, soprattutto in quello del pianista interpretato da Michael Douglas (qui in una della interpretazioni migliori della sua carriera). Liberace appare sullo schermo come una persona solare, creativa, generosa, che nelle sue mosse, nei suoi costumi sgargianti, nella sua essenza kitsch racchiude un involontario senso dell’umorismo. Non ci troviamo però di fronte ad un’estremizzazione del carattere del pianista, ad una macchietta funzionale allo spettacolo cinematografico. Tutt’altro. La bravura di Douglas sta proprio nel rendere normale la stravaganza del personaggio, senza mai correre il rischio di salire sopra le righe più di quanto lo stesso Liberace faceva nella sua vita reale. Così anche la storia d’amore tra il musicista e il giovanissimo Scott sembra trasmettere sentimenti veri. Ed in questo Soderbergh dimostra tutto il suo talento di grande narratore e metteur en scéne, perché a parte la cornice bizzarra e ricercata, decide di mettere da parte la sua vena creativa per dare importanza alla linearità del racconto, che nel suo mostrare la quotidianità della coppia, nella sua estrema semplicità, restituisce con grande naturalezza la bellezza della storia d’amore. La perfetta alchimia tra Douglas e Matt Damon, ottimo anche lui nel ruolo di Scott, fa il resto. I due attori americani formano una coppia da applausi e nella scena finale riescono anche a commuovere.
Behind The Candelabra, presentato in competizione, a Cannes 66, in America non uscirà nelle sale ma verrà distribuito direttamente in televisione dalla HBO, che tra l’altro ha prodotto il film. In Francia invece è già pronto per l’uscita nei cinema. Speriamo che anche i distributori italiani optino questa scelta.
di Antonio Valerio Spera