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Bel periodo, questo

Creato il 17 giugno 2010 da Parolecomplicate

Diciamocelo. Una manifestazione calcistica, essendo il calcio violenza, non è mai stata esattamente un manifesto dei valori  di Amnesty. Però questa volta mi sembra peggio di altre. Altrocché manifestazione d’amore universale, altrocché fairplay, altrocché sport per unire. Io in questo mondiale non riesco a far altro che star male, che provare sensazioni tremende tipo: ira; fastidio; odio.

Odio in particolare tutte le squadre che solitamente siamo destinati ad odiare, tipo la Spagna. Odio anche Marcello Lippi e Gilardino, con quel suo ciuffo pulito da amichetto di Fabrizio Corona. Odio i commentatori, Salvatore Bagni in particolare. Odio i sudafricani e quelle infernali cose che fanno sembrare la mia stanza invasa dalle zanzare (poi dicono che i popoli del sud sono ospitali, mah). Odio Platini. Odio la Francia e tutti i francesi. Odio i nordkoreani. Odio gli eventi collegati al mondiale. Odio il marketing, il teethering e il catering con quell’orrendo logo del mondiale. Odio Abete. Odio il bar sport. Odio il pallone ufficiale dei mondiali. Odio la giornata inaugurale del mondiale, di cui odierò anche la finale. Odio Matarrese. Odio i possessori di abbonamenti Sky (perché amo Fabio Caressa). Odio l’utilizzo del termine “lucidità” per definire un passaggio. Odio il sottosegretarioalministerodellepolitichegiovanilicondelegaallosport intervistato tra il primo e il secondo tempo della partita dell’Italia. A quest’ultimo proposito, pregherei il servizio radiotelevisivo pubblico italiano di evitare di adempiere al suo ruolo propagandistico filogovernativo almeno in questi due mesi: vorrei godermi il mondiale in pace.


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