La carriera Nba di Marco Belinelli è l’esempio lampante di come a volte la forza di volontà può unirsi al talento rendendo un giocatore importante anche oltre oceano dove la competizione è molto alta. La guardia bolognese nelle sue cinque stagioni nei pro ha dovuto combattere sempre con un certo ostracismo sia da parte degli americani che dei suoi connazionali, ma ha sempre dimostrato di poter competere in tutte le squadre in cui ha militato. Anche quest’estate quando ha accettato l’offerta dei Chicago Bulls (biennale da 3.9 mln) squadra senz’altro più competitiva delle precedenti in cui ha militato non è stato sempre accolto da apprezzamenti. Belinelli però in cuor suo è un atleta che ama stare in Nba e nonostante le iniziali difficoltà riscontrate in questo primo quarto di stagione dove per dirla tutto giocava col contagocce non appena ha iniziato a sentire la fiducia della squadra ha offerto prestazioni davvero importanti.
Nella vita come nello sport ci vuole sempre un pizzico di fortuna e il Beli l’ha saputa cogliere alla grande. Infatti nelle prime sue quindici uscite stagionali “Rocky” ha avuto un minutaggio molto basso, culminato anche con una partita passata interamente in panchina, cosa che avrebbe demoralizzato chiunque ma non il nativo di San Giovanni in Persiceto, che ha incassato tutto capendo che se voleva essere un fattore in maglia Bulls avrebbe dovuto dare molto di più. Così, complice l’infortunio della guardia titolare Rip Hamilton, il Beli divenuto titolare con un minutaggio superiore ai 30 minuti a gara ha incominciato a giocare davvero bene unendo ottime prestazioni offensive a buone prove anche in difesa, fattore indispensabile per il suo coach Tom Thibodeau. Nelle ultime otto partite la guardia bolognese è andato sempre in doppia cifra con un high di 23 punti nella vittoria dei suoi contro i Cavs, viaggiando ad una media di 17 punti nelle ultime gare (9.3 punti di media complessivi in stagione) con percentuali al tiro molto positive (40% globale al tiro), ed il 41% da tre sua dote principale. Nelle partite finora giocate nello starting five la guardia italiana è stata quasi sempre decisiva, lo dimostra il canestro in lay-up nelle battute finali della vittoria dei suoi contro i Nets, ma anche una buona difesa contro atleti molto più dotati fisicamente. In queste ultime otto partite i Bulls hanno raccolto 6 W e due sole sconfitte mantenendo un record positivo di 14 vittorie e 10 sconfitte che mantiene la franchigia dell’Illinois al quarto posto nella Eastern Conference.
Senza dubbio è presto per fare un bilancio complessivo della stagione del nostro italiano ma la sensazione è che Belinelli se sente la fiducia della squadra è davvero in grado di essere importante anche a questi livelli, dove l’aria è più rarefatta. Chris Paul suo compagno agli Hornets prima della partita contro contro i Bulls ha dichiarato di aver chiesto ai Clippers in estate di ingaggiare Belinelli (se non è un attestato di stima questo), ma anche Derrick Rose non è stato da meno lanciandogli messaggi di benvenuto non appena il Beli firmò per i tori. Dove possono arrivare i Bulls è ancora difficile da dire anche perché la squadra (e l’Nba intera) aspetta a braccia aperte la sua stella Rose che a breve inizierà ad allenarsi con la squadra, probabilmente solo allora se ne potrà capire di più, sta di fatto che per adesso la squadra è in serie positiva col nostro Beli divenuto protagonista. Qualsiasi sia il suo futuro ruolo in squadra, resta un giocatore sulla quale si può contare.
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