Le polemiche per il mancato Leone d'oro all'ultima mostra di Venezia avevano suscitato aspettative e previsioni nei confronti di un'opera, che per il tema trattato rischiava di fomentare ben altre discussioni nel nostro paese dormiente.Eppure, il film di Bellocchio, nonostante il rispetto, l'equilibrio dimostrati, nel trattare un tema che ha diviso e ancora divide le coscienze, per chi scrive non è riuscito a suscitare quell'interesse che l'argomento e le modalità di narrazione, viste altrove nel suo cinema, avrebbero dovuto trasmettere.Sprazzi di quella visione, di quella interpretazione astratta e astraente si intravedono qua e là nel segmento che vede Toni Servillo in scena, corpo cinematografico che sta plasmando e rimodellando il mondo della recitazione italiana.Qui si percepisce il Bellocchio sferzante e accattivante, che altrove pare meno incisivo e quasi innaturale nel gestire codici narrativi che non sempre paiono funzionare, colpa anche di qualche attore che non riesce ad imprimere quella sfumatura recitativa che avrebbe soccorso la rappresentazione messa in atto in quel frangente.Un film che dispiace dirlo, non mi ha appassionato come avrei immaginato, non perché manca lo scandalo o la polemica, che sarebbero potute apparire fini a se stesse, ma perché Bellocchio sembra non riuscire ad avvincere completamente come in un lavoro sensibile e che ha fatto discutere, qual'è "Buongiorno, notte".Sicuramente, Bellocchio rimane uno degli autori, al momento in grado di proporci un cinema capace di analizzare la realtà e affrontare tematiche scomode, ma non si può e non si dovrebbe più ricadere in sterili polemiche da festival, che riducono il cinema ad un mero pettegolezzo, perdendo di vista quelli che sono i contenuti e i modi di rappresentazione degli stessi.
Magazine Cinema
Le polemiche per il mancato Leone d'oro all'ultima mostra di Venezia avevano suscitato aspettative e previsioni nei confronti di un'opera, che per il tema trattato rischiava di fomentare ben altre discussioni nel nostro paese dormiente.Eppure, il film di Bellocchio, nonostante il rispetto, l'equilibrio dimostrati, nel trattare un tema che ha diviso e ancora divide le coscienze, per chi scrive non è riuscito a suscitare quell'interesse che l'argomento e le modalità di narrazione, viste altrove nel suo cinema, avrebbero dovuto trasmettere.Sprazzi di quella visione, di quella interpretazione astratta e astraente si intravedono qua e là nel segmento che vede Toni Servillo in scena, corpo cinematografico che sta plasmando e rimodellando il mondo della recitazione italiana.Qui si percepisce il Bellocchio sferzante e accattivante, che altrove pare meno incisivo e quasi innaturale nel gestire codici narrativi che non sempre paiono funzionare, colpa anche di qualche attore che non riesce ad imprimere quella sfumatura recitativa che avrebbe soccorso la rappresentazione messa in atto in quel frangente.Un film che dispiace dirlo, non mi ha appassionato come avrei immaginato, non perché manca lo scandalo o la polemica, che sarebbero potute apparire fini a se stesse, ma perché Bellocchio sembra non riuscire ad avvincere completamente come in un lavoro sensibile e che ha fatto discutere, qual'è "Buongiorno, notte".Sicuramente, Bellocchio rimane uno degli autori, al momento in grado di proporci un cinema capace di analizzare la realtà e affrontare tematiche scomode, ma non si può e non si dovrebbe più ricadere in sterili polemiche da festival, che riducono il cinema ad un mero pettegolezzo, perdendo di vista quelli che sono i contenuti e i modi di rappresentazione degli stessi.
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