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"Bella addormentata", di Marco Bellocchio

Creato il 18 settembre 2012 da Dallenebbiemantovane

Se penso che nessuno mi ha fatto compagnia perché pensavano che fosse un film “deprimente”, “triste”, insomma da fazzoletto sempre pronto...!

Bella addormentata (Bellocchio, Italia 2012) è secondo me il miglior film mai fatto da questo regista. Del Bellocchio che conosciamo ha il coraggio, la laicità urticante, il gusto della dissacrazione, l’uso drammaturgico della colonna sonora.

La novità è che, come se avesse fatto un bagno di salute nell’opera dei migliori registi della nuova generazione, primo fra tutti Sorrentino, il Sorrentino del Divo per intenderci, qui Bellocchio rinuncia ai dialoghi pretenziosi e teatrali di troppe sue opere, alle scene troppo lunghe e tirate, a certi personaggi isterici e inutili di altri suoi film.

Le storie dei suoi personaggi non si intrecciano troppo, evitando quel fastidioso effetto Babel in cui sembrava che la divina provvidenza si fosse data alla regia e che tutto finisse per avere un Senso.

Ma per Bellocchio di cose senza senso ce ne sono molte, anche troppe, e non è certo per dare risposte definitive che ha girato un film imperniato sulle ultime ore di non-vita di Eluana Englaro, inventandosi un carosello di persone (il politico indeciso, sua figlia cattolica integralista, i due fratelli laicisti, la madre di una ragazza in coma e l’altro suo figlio trascurato...).

Al contrario, penso che tutti potrebbero apprezzare – cattolici compresi, se vorranno vedere il film prima di giudicarlo – la presentazione dei vari punti di vista, delle angosce, delle ipocrisie e dei voltafaccia di questi personaggi, senza contare la dialettica dei tg, la voce e la mimica dei politici che sulla vicenda Englaro specularono spesso e a sproposito, dissero la loro, votarono, senza peraltro approvare la legge che la maggioranza avrebbe voluto per impedire alla famiglia Englaro di lasciar morire la ragazza in coma da diciassette anni.

Di belle addormentate ce ne sono ben tre, qui, e non starò a spoilerare sulle loro vicende. Interessante però è in particolare quella della ragazza tossicodipendente, il suo monologo sulla libertà, il suo dialogo con il medico che quella libertà non la capisce fino in fondo, e il gesto finale di lei.

Molto ben recitato (non si sa se preferire il sempre ottimo Servillo o la sempre perfetta Huppert, o lo splendido e bruciante Riondino, o il sorprendente Gianmarco Tognazzi...), Bella addormentata beneficia anche di scene oniriche meravigliosamente felliniane (tutte quelle in Parlamento, e quella suprema della sauna, con l’Herlitzka psichiatra e senatore che ci disillude sulla sanità mentale dei suoi sodali, scena che resterà negli annali del cinema italiano, e del cinema politicamente impegnato).

Lo scrivo da persona che non ha ancora visto nient’altro di Venezia 2012: per me, questo film, il Leone d’Oro lo avrebbe meritato eccome. Altro che provincialismo.


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