Era l’ospite più atteso di questa sessantesima edizione del Taormina Film Festival ed è stato accolto da un vero bagno di folla. Stiamo ovviamente parlando di Ben Stiller, protagonista e autore di film diventati dei veri e propri cult per i giovani di tutto il mondo. Da Zoolander a I Tenenbaum, da Una notte al museo fino ai divertenti sketch con Robert De Niro nei vari capitoli di Ti presento i miei, Ben Stiller è cresciuto fino ad essere amato da un pubblico vasto ed eterogeneo. Non ha concesso interviste ma Oggialcinema l’ha incontrato durante un bellissimo incontro con il pubblico che gli ha dimostrato tutto il suo affetto omaggiandolo con caricature e gadget personalizzati.
La prima volta su un set aveva 10 anni ed è figlio d’arte.
Io e mia sorella li seguivamo in tour. Lo spettacolo faceva parte di noi. Poi dai 7 anni ho incominciato a guardare film e non ho più smesso. Ora che ho dei figli anch’io però capisco la preoccupazione dei miei genitori che potessi intraprendere anche io il loro stesso percorso. Mia madre mi ha lasciato fare mentre mio padre era molto protettivo perché aveva paura che non avessi le spalle abbastanza larghe per confrontarmi con il difficile mondo dello spettacolo.
Nei suoi film, come in quelli di Clint Eastwood, si nota un certo piacere nel filmare.
Sì, io e Clint siamo uguali, ci paragonano sempre (ride, n.d.r.). La verità è che ho sempre voluto fare il regista. All’inizio non immaginavo neanche che avrei fatto delle commedie. Guardavo i film di Coppola, Scorsese, Al Pacino e volevo essere come loro. Amavo il cinema degli anni Settanta. Poi crescendo mi sono misurato con la commedia ma è successo senza che lo volessi realmente. Rivedendomi devo dire che ho veramente poco a che vedere con Al Pacino (ride, n.d.r.). Vorrei riuscire a diventare come Eastwood, che è bravissimo a fare film di tutti i generi e a mantenere alta la qualità nel tempo.
Certo, sono moltissimi gli attori ai quali sono legato da un profondo rapporto d’amicizia. Owen Wilson e Jack Black sono miei amici da oltre 20 anni. Abbiamo cominciato insieme pur non facendo le stesse cose. Amo lavorare con loro perché sul set c’è familiarità e fiducia.
Ma come nascono gli eccentrici personaggi che interpreta?
Bisognerebbe trattare ogni scena di un film come un episodio di vita reale. Non mi piace forzare l’elemento comico, che deve sembrare naturale. Io poi sono cresciuto nello showbiz e mi l’aspetto ridicolo di quell’ambiente mi ha sempre fatto molto ridere. Poi non sono mai stato un figo e ho fatto dell’autoironia la mia arma. Divertire il pubblico non è una cosa semplice perché devi farti capire, entrare in empatia e allo stesso tempo desideri la loro approvazione.
C’è stato un momento in cui ha capito che avrebbe potuto divertire le persone?
Feci uno spettacolo a New York. Avevo 20 anni e dovevo recitare un monologo, interpretavo un personaggio pazzo, un soldato incazzato che voleva far saltare in aria il Papa. Quello è stato il momento in cui ho sentito per la prima volta il pubblico ridere a crepapelle. Il live dà sempre molte più emozioni, mi sento a mio agio con il pubblico. Nel girare un film invece si è soli, si può ripetere la scena più volte finché non viene quella giusta e sai che le persone vedranno quel lavoro quasi un anno dopo.
Oltre ai grandi successi cinematografici, lei è molto attivo nel campo delle web series.
Penso che sia un’opportunità incredibile per esprimere la propria creatività. Si possono fare film con pochi soldi, maggiore libertà e farli vedere al pubblico subito senza preoccuparsi dei numeri del box-office. Vent’anni fa quando ho cominciato era diverso. Oggi non ci sono scuse per esprimerci al meglio.
E’ un sognatore ad occhi aperti come il protagonista de I Segreti di Walter Mitty?
Quando fai un film sei quasi sempre un sognatore ogni occhi aperti perché devi fabbricare delle immagini nella testa. Anche se il film è realizzato da un collettivo, quello è un processo molto individuale. Devi avere le idee molto chiare su ciò che si vuole perché un buon film è il risultato di ottime scelte.
Essendo un autore, è difficile abbandonarsi ad un altro autore?
Assolutamente no. E’ una cosa che amo, poi quando il regista è un genio come Wes Anderson non si può che esserne entusiasti. L’unica responsabilità è quella di riuscire a rappresentare perfettamente la loro visione.
Ma ci sarà il sequel di Zoolander?
Siamo al lavoro da diversi anni su questa idea. Non posso dire quando uscirà perché ci stiamo lavorando. Lo faremo un giorno, magari anche tra 10 anni.
Foto di Vincenzo Costantino – Pagina Facebook Taormina Film Fest
di Rosa Maiuccaro per Oggialcinema.net