La realtà segue l’evoluzione linguistica. Dall’officina alla bottega, dall’atelier allo studio. Nei secoli passati la tecnica artistica si formava e si acquisiva trascorrendo lunghi periodi nelle botteghe dei pittori, e l’arte si tramandava con la dedizione e la pratica. Le botteghe erano officine polivalenti, capaci di produrre opere d’ogni genere d’arte e artigianato. Questa tipologia di formazione prende forma all’interno delle botteghe medievali e rinascimentali e permane abbastanza costante anche all’epoca della diffusione delle Accademie.
La Rivoluzione Francese ha provocato uno sconvolgimento delle passate abitudini e gli artisti sono “scesi in strada”. Paesaggi naturali mozzafiato e scene di vita quotidiana diventano i soggetti preferiti dei quadri en plein air. Le trasformazioni dello spazio creativo seguono l’evoluzione stilistica. L’attenta preparazione in studio cede il passo all’arte fatta di impressioni. Non è finita qui perché le nuove tecnologie modificano profondamente la cultura visiva della modernità. Lo studio diviene un’officina creativa. Il lavoro è meccanizzato e gli allievi anzichè trascorrere dieci anni in bottega, sfruttano lo studio come luogo di passaggio e di apprendistato.
Ulaola ha deciso di entrare in questi spazi creativi, di intervistare i suoi protagonisti. Non deve essere solamente il prodotto finito a risultare interessante, ma anche il procedimento creativo. Se non avessimo saputo che Sandro Botticelli lavorando nella bottega di un orefice, avesse conosciuto tanti miniaturisti e pittori perderemmo tanti dettagli del suo modo di dipingere. Quindi, fateci conoscere il vostro procedimento creativo!