Ho letto su Libero News una notizia divertente, anche se dalle parti di Repubblica e dei repubblicones viene certamente scambiata per una notizia bomba. Ed effettivamente lo è, perché si scopre che i veri rivoluzionari non sono coloro che mettono a ferro e fuoco Roma, ma è nientepopodimenoche Berlusconi. L’unico vero «rivoluzionario» del nostro paese.
Mi chiederete: «Come? Dove?». Ovviamente in una intercettazione telefonica, che chissà perché e chissà per come è finita nelle mani dei giornalisti di Ezio Mauro.
Ho letto con gusto la cronaca, e devo dire che mi sono messo a ridere, seppure ho avuto anche qualche momento di riflessione sullo stato della democrazia nel nostro paese. Ma eccovi ragguagliati dell’antefatto.
Nel 2009 Berlusconi telefona a Lavitola (sì, quello latitante) e gli dice diverse cosette molto interessanti, ma davvero poco attinenti a un’inchiesta, che mi chiedo del perché anziché essere finite nelle mani dei giornalisti non siano state prontamente distrutte. Ma va beh che siamo in Italia, e quando si tratta del Berlusca non c’è privacy che tenga.
In ogni caso, cosa dice di così interessante il Premier da attirare le attenzioni dei segugi di Largo Forchetti? In primo luogo dice che «in Italia la gente non conta un cazzo… Il Parlamento non conta un cazzo…». Perché? Perché secondo il Premier nel nostro paese ci sono giudici di sinistra che si appoggiano ai giornali come Repubblica, e non lo lasciano governare. E poi, la perla dell’intercettazione. Il cuore dello scoop. Il Cavaliere stanco di tutto, dei tranelli, dei giudici costituzionali, del Presidente della Repubblica, dice:
Oppure facciamo la rivoluzione, ma la rivoluzione vera… Portiamo in piazza milioni di persone, facciamo fuori il palazzo di giustizia di Milano, assediamo Repubblica: cose di questo genere, non c’è un’alternativa…
Ora fate attenzione. Non è questo un messaggio rivoluzionario? Non è un messaggio in stile no-global anarco-comunista cheguevarista? Badateci: sostituite «Repubblica» e «Palazzo di Giustizia di Milano» con «Il Giornale» e «Arcore». Immaginate che a dire queste parole siano i nostri «eroi» dell’estrema sinistra. Suggestivo, vero? Ovviamente la sinistra parla di eversione (rotfl!).
Ma al di là dell’ilarità, è chiaro che le parole intercettate del Cavaliere dimostrano ancora una volta che egli è tutto fuorché un manipolatore mediatico, e certamente dimostra di non essere né un dittatore, né una persona che condiziona l’informazione più di quanto la condizionino gli altri. E certamente non è dotato di un potere dipinto quasi come assoluto dalla stampa di opposizione. Tutt’altro. Questo sputtanamento con lo stillicidio, questo pubblicare intercettazioni giudiziarie senza alcun tipo di remora quando riguardano lui o i suoi amici, dimostra che in Italia siamo allo sfacelo completo. Dimostra che da noi ogni riservatezza, ogni rispetto per le nostre istituzioni, è venuto meno da parecchio. Dimostra che siamo un popolo che fondamentalmente cerca la dittatura… che la desidera, e questo perché abbiamo dimostrato più volte di non essere in grado di apprezzare né la democrazia né la libertà. Del resto come potremmo mai apprezzarla, se esultiamo ogni qual volta certa giustizia e certa informazione demoliscono i pilastri della nostro Stato? Come potremmo mai apprezzarla, se i disordini di piazza alimentano l’esigenza di maggiori restrizioni, fino alla proposta di rispolverare una vecchia legge reale sull’uso delle armi da parte delle forze dell’Ordine durante le manifestazioni? Come potremmo mai apprezzarla se chi viene eletto non può fare il suo lavoro per un’indagine giudiziaria o potrebbe essere escluso dal Governo per i giochi di palazzo? Senza contare i continui bombardamenti mediatici in danno di una parte politica, con la pubblicazione di intercettazioni e tentativi falliti di scandali sessuali e puttanate simili?
Ecco, è qui che sta il grave problema degli italiani. Siamo un paese formalmente democratico (a parole siamo tutti liberali), ma sostanzialmente affezionato alle dittature (magari di stampo fascio-comunista). Perché la democrazia non la capiamo fino in fondo, e siamo facili a confonderla con la partitocrazia sindacalizzata e le cagnare di piazza. Quelle che – guarda caso – non amano Berlusconi e le sue intemperanze…
Fonte: Libero News | Repubblica
di Martino © 2011 Il Jester