Va bene, Silvio Berlusconi si è dimesso grazie ad un colpo di spread in faccia (e non grazie all’opposizione). Ma ho il timore che la storia non sia ancora finita, purtroppo per noi, come faceva notare anche Claudia Vago (Tigella su Twitter):
Follow @tigella@tigellaclaudia vago Servono più di 140 caratteri per spiegare perché una fine così non è quello che ho sempre immaginato e, soprattutto, non mi sembra una fine. about 4 hours ago via Twitter for iPhoneReplyRetweetFavorite
In primo luogo ci sono i paletti messi dal PDL al possibile neogoverno tecnico, poi c’è la questione con l’Europa, ed entro lunedì qualcosa da dire dobbiamo inventarcelo, e dovrà essere credibile questa volta, e alla fine c’è Berlusconi, come quei sequel che cominciano coi pratagonisti distesi e con la guardia bassa, sicuri di aver sconfitto il cattivo nell’episodio precedente. Il film si sviluppa e compare un nuova forza ostile che aggredisce i giusti e solo ad un certo punto, di solito verso il finale, scopriamo che dietro questa nuova minaccia c’è il vecchio antagonista troppo frettolosamente dichiarato sconfitto.
Ora, in teoria stando alla storia recente dovremmo essere già alla fine del terzo sequel (per un totale di quattro film con il primo episodio). Il suo PDL nonostante abbia perso pezzi è ancora li e non è assurdo supporre che il cavaliere continuerà da dietro le quinte a manvorare in qualche modo nella sfera politica italiana.
Ricordiamo che in ballo ci sono ancora i processi (il colpo letale per lui forse) in cui è ancora indagato e che sono per lui un rischio troppo grosso. Ha lottato con i denti fino ad oggi per sfuggirgli, non vedo perché dovrebbe fermarsi ora. Pensare quindi ad un Berlusconi, seppur defilato, ancora intento a manovrare sulle cose del paese per i propri interessi non è esercizio retorico o da fantapolitica, e la società civile e non solo dovrà continuare a tenere alta la guardia.
Ora scenderà in campo un nuovo governo, tecnico o come lo volete chiamare, che verosimilmente avrà un limite nel tempo, poi si dovrà andare nuovamente ad elezioni. Il mio timore è che su questo lasso di tempo ci sia il pericolo di un primo abbassamento della guardia causa spaccature interne nelle opposizioni, soprattutto man mano che ci si avvicinerà alle urne.
Una volta uscito di scena la sinistra non avrà molti altri alibi, deve dimostrare unità nella visione di intenti e coerenza con quelle che dovranno essere le misure per uscire da questa situazione critica del paese, ma soprattutto dimostrare credibilità, e non è cosa poco.
Detto questo, se vogliamo festeggiare oggi facciamolo, poi però c’è da rimettersi a lavorare per mettere la definitiva parola fine.