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Berlusconi vuole recuperare consensi? Candidi una donna a Palazzo Chigi

Creato il 04 giugno 2012 da Iljester

Berlusconi vuole recuperare consensi? Candidi una donna a Palazzo Chigi

Berlusconi ha un’arma formidabile che altri non hanno, Grillo compreso. La capacità di innovare la scena politica. Un’arma che ultimamente ha lasciato chiusa nel cassetto, forse in attesa di vedere che aria tira nell’arena politica italiana.

Ma è chiaro che questo suo attendere, porta via giorni e tempo al progetto di una strategia di recupero dei consensi che ogni giorno diventa sempre più difficile e più improbabile, per via delle evidenti (e profonde) spaccature interne al PDL che vede – ahinoi! – da una parte gli ex AN, ostici nei confronti di Monti, e dall’altra gli ex forzisti (soprattutto quelli dell’ala DC) in maggiore sintonia con il governo attuale.

E il Cavaliere è nel mezzo, in una serie infinta di mediazioni che hanno portato il PDL allo stallo e allo sfascio completo più volte in questo blog denunciato.

Ma c’è un modo per recuperare e creare un nuovo miracolo politico, senza spendersi di persona, prima che la gente si convinca che il male minore sia votare il Partito Democratico e Bersani, ovvero lui e Vendola, o peggio ancora Grillo. Ed è quello di dare un segnale forte al popolo italiano, abbracciando due proposte “rivoluzionarie” per un partito come il PDL: la prima è la candidatura di una donna  alla seggiola di Palazzo Chigi (sarebbe la prima in assoluto). E la seconda, è rendere il PDL più “italianista”: meno vicino alle banche e ai burocrati europei, più vicino agli italiani.

Soprattutto è la prima proposta quella che potrebbe cambiare gli equilibri attuali e creare una nuova base di consenso capace di riportare il PDL ai suoi livelli storici (intorno al 30%). Ma è chiaro che la scelta dovrebbe essere occulata. Sicuramente fuor di questione è la candidatura al ruolo di persone improponibili come la Carfagna, la Brambilla, la Santanchè, la Gelmini. Un po’ perché non credo siano all’altezza del ruolo e un po’ perché non riscuoterebbero il successo sperato.

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Restano la Prestigiacomo e la Meloni. Ebbene, per quanto le ritengo capaci entrambe, credo che nemmeno loro siano appetibili e in grado di svolgere un ruolo di leadership a livello di Governo. Forse come ministri o sottosegretari, ma non come primo ministro.

Dunque è necessario che il PDL e Berlusconi guardino altrove, nella società civile e nel ceto produttivo, per trovare un profilo capace di proporre contemporaneamente innovazione e tutela dei valori propri del centrodestra. Seppure credo sia difficilissimo individuare una persona in grado di incarnare queste caratteristiche ed essere contemporaneamente un traino per gli elettori, troppo avviliti e sfiduciati da una condotta piddiellina che dire indegna di un grande partito di centrodestra liberaldemocratico è dir poco.

Ma ammesso la si individui, ci sarebbe comunque molto lavoro da fare. Una parte di questo lavoro – e non mi stancherò mai di scriverlo – consisterà nel ristrutturare il PDL affinché sia capace di proiettarsi nel futuro. Un codice etico preciso e rigoroso, una struttura organizzativa capillare e presente sul territorio, uomini e donne seri che lavorino per il paese e non per se stessi. Valori che siano il traino di un grande partito e movimento che vuole innovare il mondo, ma guardando alla tradizione e all’identità della cultura italiana. Tutela della sovranità nazionale, contro gli europeismi burocrati e oligarchici.

Ebbene, credo che se il PDL riuscisse a rigenerarsi in questa direzione (inevitabile), l’estinzione potrebbe essere scongiurata. Diversamente, sarà solo un sopravvivere ai minimi termini, finché Berlusconi non sarà troppo vecchio per fare da traino a un partito che oltre la sua figura è più vuoto del vuoto Partito Democratico, che dalla sua ha almeno le radici comuniste e una frotta di intellettuali pronti a dire quanto è bello e buono avere Bersani al Governo e Prodi al Quirinale. E a tal proposito, state certi di una cosa: se mai dovessero capitare simili occasioni di prendere due seggiole con una fava, la sinistra non vi rinuncerà in nome degli accordi bipartisan che spesso ha imposto al centrodestra.

di Martino © 2012 Il Jester 


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