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Bestemmia (Italia)
La regola è esistita da sempre, ma solo quest'anno è stata fatta pressione affinché fosse applicata. Mi riferisco alla norma secondo la quale un calciatore che bestemmi vada espulso. I primi a cadere sotto la scure di questa rinnovata caccia ai bestemmiatori furono Lanzafame e Di Carlo; in quell'occasione la scampò Michele Marcolini, che ingiuriò un non meglio identificato «Diaz», evidentemente poco simpatico al calciatore clivense. Poi la situazione è diventata via via più interessante, giungendo alla squalifica di Nicola Pozzi per aver bestemmiato mentre mangiava una piadina, dopo la partita; l'orecchiuto delatore non gli ha lasciato scampo, e Pozzi è "andato in prigione senza passare dal Via" per un turno.
Ma ben prima di questi eventi una bestemmia aveva sconvolto il popolo italiano, almeno quello interessato a quell'esempio di italico degrado che risponde al nome di «Grande Fratello»: Massimo Scattarella, "concorrente" della pluriennale trasmissione, è stato addirittura espulso per aver bestemmiato in diretta. Certo la Marcuzzi non poteva tollerare una così grave caduta di stile nel suo ossoniano programma, di cui è noto il fine educativo...
Last but not least, c'è stato lo spettacolo del primo barzellettiere d'Italia, S.B., il quale aveva condito una sapida storiella con un bel bestemmione finale; il noto showman aveva però evitato la penitenza grazie all'intervento «contestualizzatore» di Rino Fisichella, e a qualche concessione legislativa al Vaticano operata grazie al suo secondo lavoro di Presidente del Consiglio dei Ministri.
Blasphemy (Irlanda)
All'inizio del 2010, in Irlanda è entrata in vigore una severa legge sulla blasfemia, punita con una multa fino a 25.000 euro. Per il ministro della Giustizia irlandese Dermot Ahern si è trattato di una decisione necessaria: «perché la Costituzione irlandese, in vigore dal 1937, assicura la protezione solo ai cristiani ma la società nel frattempo è diventata multiculturale».
La risposta degli atei irlandesi è stata quella di pubblicare un elenco di 25 citazioni blasfeme pronunciate da... Gesù, Maometto, Mark Twain, Frank Zappa, Salman Rushdie, Joseph Ratzinger e persino il medesimo Ahern.
کفر (Pakistan)
È molto più seria, invece, la situazione in Pakistan, dove le persone sono condannate a morte per blasfemia.
Proprio oggi le agenzie di stampa hanno diffuso la notizia che Asia Bibi, una pachistana quarantacinquenne madre di due figli, è stata condannata a morte per blasfemia. La donna, cristiana, è stata infatti ritenuta colpevole di aver insultato Maometto. I fatti sono poco chiari, ma l'accusa di aver insultato il fondatore dell'Islam è stata avanzata da alcune colleghe di Bibi ed è stata considerata fondata dal tribunale, dopo un processo di un anno (durante il quale Bibi è rimasta incarcerata).
L'o.n.g. protestante Sharing Life Ministry Pakistan ha reso noto che la legge pachistana contro la bestemmia è spesso utilizzata per reprimere le minoranze religiose del Paese asiatico, e che, sebbene le condanne a morte per blasfemia non siano mai state eseguite, spesso gli accusati sono stati uccisi durante il processo da fanatici; ciò è avvenuto, ad esempio, a due fratelli cristiani, anch'essi accusati di blasfemia, uccisi all'uscita del tribunale.
Una piccola riflessione
Non è mia intenzione parificare la ridicola disavventura di Scattarella o quella vergognosa di B. con la drammatica situazione di Asia Bibi, ma credo sia opportuno riflettere sulle inquietanti somiglianze tra queste tre situazioni.
Infatti, i casi italiano, irlandese e pachistano non sono altro che tre gradi crescenti di repressione della blasfemia: che si squalifichi un calciatore, si multi di 25.000 euro o si metta a morte una persona, si stanno prendendo provvedimenti per tutelare un'idea, non una persona. E se una multa è un errore meno grave che la pena di morte, ciò non toglie che sia comminata per la ragione sbagliata.
I cristiani del Pakistan si lamentano della legge pachistana contro la blasfemia, usata, dicono loro, per sopprimere le minoranze. Eppure non sembrano accorgersi che il problema della legge pachistana sulla blasfemia è nella sua essenza, non nell'uso che se ne fa. La cosa non è sorprendente perché altrimenti dovrebbero ugualmente combattere la legge irlandese sulla blasfemia, cosa che ovviamente si guardano bene dal fare perché quella non è usata per sopprimerli.
Come ha dichiarato Michael Nugent, l'irlandese ideatore della pubblicazione delle 25 frasi "blasfeme" di personaggi famosi, «il diritto serve a proteggere le persone, non le opinioni», e nessuna persona è messa in pericolo da una bestemmia.
Immagini: «nike decides on blasphemy», di PinkMoose (cc-by-2.0); «blasphemy», di mofoJT (cc-by-nc-sa-2.0); vignetta di Lars Vilks
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COMMENTI (1)
Inviato il 20 novembre a 12:08
Sono D'ACCORDISSIMO sul diritto alla bestemmia pur essendo credente! Sono per la libertà assoluta, niente leggi castranti e opprimenti! Preferisco reagire "di persona" a quello che non mi piace: se TE BECCO PER STRADA CHE BESTEMMI TE ROMPO ER CULO! ...o vuoi vietarmi un MIO DIRITTO? Dove non arriva la forza della ragione, arriva la ragione della forza!