Stamattina ho incrociato sulla strada verso la mia scuola, il furgone di un produttore locale di latte, fermo davanti al panificio del rione. Il garzone era piuttosto attempato e, mentre svolgeva le sue funzioni di consegna del latte quotidiano, aveva in bocca una sigaretta. Disdicevole abitudine quella di fumare mentre si lavora, ma lui era all’aperto e faceva del male solo a se stesso e affumicava, eventualmente, le bottiglie. Fatto sta che tutta questo andirivieni di consegne, dell’omino che fumava e del latte, mi ha fatto tornare alla mente il passato remoto della consegna del latte porta a porta – adesso c’è il conferimento dei rifiuti porta a porta, ma evidentemente non è la stessa cosa! Nella notte dei tempi il latte, non trattato e non pastorizzato, veniva a consegnarcelo il lattaio di San Michele – la bottega era nei pressi della chiesa dedicata all’arcangelo e, per estensione, aveva assunto connotazione di santità l’omino, la bottega e tutto il quartiere. Abitavamo allora in un appartamento al sesto piano di un palazzo servito da un ascensore, il quale ascensore, però, spesso e volentieri – solo per lui – era fuori uso, il che costringeva gli abituali frequentatori dell’abitacolo ad effettuare saliscendi con i piedi – cosa che nello scendere poteva risultare come un allenamento di quelli piacevoli, ma nel salire erano dolori. Sicchè succedeva, certe mattine d’inverno quando fuori era ancora buio, di sentire fuori della porta una serie variabile – la variabilità era dettata dalle tappe intermedie effettuate nel tragitto in salita – di ” gasteme ” – bestemmie n.d.r. – profferite dal lattaio che, consegnando il latte a domicilio, avrebbe guadagnato è vero, qualche spicciolo in più rispetto alla vendita nella sua bottega, ma a discapito della sua salute. Perché quello che l’omino biascicava lì fuori era regolarmente intervallato dai colpi di tosse tipici del fumatore incallito e lui le scale le faceva con la sigaretta penzoloni dalle labbra e la bottiglia del latte penzoloni dalla mano destra. A consegna avvenuta mia madre apriva la porta per prendere la bottiglia con il latte mentre il residuo di fumo delle Nazionali fumate dall’omino del latte, entrava a dirci buongiorno. ( Nel tempo impiegato a scrivere ho canticchiato, e lo sto facendo anche adesso, la canzoncina dell’episodio Le tentazioni del dottor Antonio di Federico Fellini dal film Boccaccio 70 “ Bevete più latte, il latte fa bene, il latte conviene, a tutte le età! Bevete più latte, prodotto italiano, rimedio sovrano, di tutte le età. Bevete più la… Bevete più la … Bevete più latte! ” )