Un bestseller da un milione di copie da tre anni nella top-list della narrativa italiana, e un nome, quello di Giacomo Campiotti, che nel mondo della fiction tv degli ultimi tempi è diventato sinonimo di qualità. Mescolate bene il tutto, agitate, aggiungete un cast di giovani promesse, condite con una colonna sonora affidata all’ultimo tormentone sanremese dei Modà (‘Se si potesse non morire’) e otterrete “Bianca come il latte, rossa come il sangue”. Tratto dall’omonimo romanzo d’esordio di Alessandro D’Avenia, che dal 2010 è stato pubblicato in ben 19 paesi stranieri, il film ha tutte le carte in regola per diventare un nuovo caso al botteghino italiano piegato dalla crisi. Insomma un successo annunciato, stando anche al record di visualizzazioni ottenuto dal lancio del trailer in rete da parte di 01 Distribution, che distribuirà la pellicola in sala dal prossimo 4 aprile.
“Un atto d’amore” lo ha definito lo stesso regista che nel Cinema – quello con la C maiuscola – è cresciuto passando dal set de “Il Marchese del grillo” nei panni di assistente alla regia di Mario Monicelli, al successo inaspettato di “Come due coccodrilli” che, per chi lo avesse dimenticato, nel lontano 1996 stupì tutti con una nomination come Miglior Film Straniero ai Golden Globes.
Così a due anni dall’adolescenziale “Mai più come prima” Campiotti si rimette in gioco ancora una volta al servizio di una squadra di giovanissimi “per aiutarli a non recitare, ma ad essere se
stessi mantenendo la loro verità spiazzante. […] Per cogliere la loro spregiudicatezza. Il loro coraggio. La loro disperazione. Il loro amore. Totale. A perdere. Senza condizione”.
Ma soprattutto per raccontare emozioni, immagini e sensazioni che durano il tempo di un istante, per narrare di giorni come quelli di Leo – protagonista di questo romanzo di formazione – che “volano via inafferrabili”. Tutto “senza passare dal mezzo, perché a sedici anni il tiepido non esiste”. Per Leo la vita ha solo due colori: il bianco del nulla e il rosso della passione.
A Leo non piace fare i compiti, detesta la scuola tranne che nel pomeriggio quando i professori non ci sono, gli piace invece spararsi la musica nelle orecchie, giocare a calcetto, sfogarsi con l’amica di sempre Silvia, paziente e fedele confidente, e perdersi fra i capelli rossi di Beatrice, la ragazza dei suoi sogni.
Leo è follemente innamorato di Beatrice, ubriaco d’amore per lei, ma lei non lo sa. E quando scopre che la ragazza dovrà fare i conti con una grave forma di leucemia sarà il senso di privazione e di morte a fargli apprezzare il vero significato della vita e dell’amore. Un lungo viaggio di caduta e rinascita, durante il quale Leo non sarà solo: al suo fianco un insegnante davvero “speciale”, un “sognatore” che si invasa quando racconta le storie de ‘Le mille e una notte’ e strizza l’occhio al professore de “L’attimo fuggente” quando si aggira tra i banchi dei suoi studenti.
Un film destinato a replicare il successo del libro, e pensare che D’Avenia quella sceneggiatura non avrebbe neanche voluta scriverla: “Quando il regista si è voltato verso di me e mi ha detto: ‘Il primo ciak lo dai tu’, mi sono risvegliato da un sogno per entrare in uno più grande chiamato realtà. È così ho gridato:’Azione!’ “Azione” è stato il lavoro con l’altro sceneggiatore per la scrittura di una storia che andava impastata nuovamente per lo schermo e io non volevo”.
Ed ora invece ecco quel libro diventare un film con un cast di attori che, tra noti e meno noti, darà finalmente un volto a storie e personaggi vissuti finora solo nelle menti dei lettori.
A vestire i panni del protagonista sarà Filippo Scicchitano, imposto all’attenzione del grande pubblico da “Scialla” prima e da “Un giorno speciale” poi, mentre ad un Luca Argentero sempre più mattatore delle scene tocca il compito di interpretare il professore di Leo. Al loro fianco un gruppo di giovani artisti con il sogno del cinema: dalla semi esordiente Gaia Weiss, che interpreta Beatrice, ad Aurora Ruffino, nel ruolo di Silvia, e Romolo Guerreri in quello del migliore amico del protagonista, Niko.
La parola ora passa al silenzio della sala cinematografica.
di Elisabetta Bartucca