Bilinguismo per i bambini: qualche riflessione.

Da Jessi

Da quando li abbiamo scoperti, questi piccoli libri ci fanno compagnia tutti i giorni. Sono facilissimi da tenere in mano e da sfogliare anche per i più piccoli. Le illustrazioni sono semplici e molto tenere: il pinguino con il cucciolo accoccolato tra le zampe, le piccole giraffe che giocano insieme, il canguro nel marsupio della mamma. Ma si descrivono anche diverse situazioni della vita degli animali: come e dove cercano il cibo, dove dormono, come si muovono… se strisciano, saltano o zampettano.

Sono i: Green Start Book Towers: Little Animal Books: 10 Chunky Books Made from 98% Recycled Materials. Autore: IKids Ilustratore: Jillian Phillips. Editore: Innovative Kids; Brdbk edition 2010)

I testi sono brevi, ma abbiamo fatto ricorso al dizionario più volte per tradurre una serie di termini specifici mai incontrati prima!

A Bibì piacciono molto, sembra quasi non fare tanta differenza tra queste immagini e i peluches: i suoi preferiti sono il leone che ruggisce (cioè, la mamma che ruggisce quando le si fa vedere il leone con la bocca spalancata) e le piccole giraffe che giocano, che le strappano sempre qualche gridolino soddisfatto.

Perchè leggere libri in una lingua straniera? Quali sono le vostre opinioni su questo tema? siete bilingui, plurilingui, monolingui? vivete in un paese straniero? cosa vi aspettate dalla scuola? Spero ci raccontiate le vostre esperienze!

A mio avviso, la prima ragione per cui può essere utile leggere libri in una lingua straniera è quello di trasmettere ai bambini l’amore e la curiosità verso le altre lingue. ha raccontato in questo blog (qui, nei commenti) che lei e eSSe si lasciano consigliare da Youtube in che lingua ascoltare le canzoni ! Non è mai troppo presto per stimolare nei bambini una riflessione sulla lingua e sulle lingue: questo processo, chiamato consapevolezza metalinguistica, è una delle conquiste naturali che fanno i bambini bilingui ma che, attraverso il gioco, può essere sviluppata anche nei bambini monolingui. Inoltre, viviamo in una società in cui il plurilinguismo è in crescita e quindi, anche se non riguarda direttamente la nostra famiglia, può essere importante riflettere su un tema che tocca da vicino tante persone intorno a noi e, di conseguenza, anche la nostra società, con la scuola in primo piano.

Al secondo posto metterei l’apprendimento di una lingua straniera. Se in casa qualcuno conosce una lingua, qualsiasi lingua, la famiglia può prendere in considerazione l’idea di crescere i figli con più lingue, attraverso la pratica della scuola familiare (cerca alla voce: homeschooling, qui un esempio) o organizzando e frequentando gruppi di gioco con altri amici (cerca alla voce: playgroups, qui un esempio).

In tutto il mondo è spesso presente come seconda o terza lingua l’Inglese, che è oggi la lingua internazionale più diffusa, in seguito ad una storia di colonizzazione e imperialismo linguistico che non tutti conoscono, ma che è importante ricordare perchè non si pensi che il prestigio di questa lingua sia legato a qualche sua virtù o ad una superiorità rispetto alle altre lingue. E’ innegabile, ad oggi, l’importanza comunicativa di questa lingua, per la sua ampia diffusione, ma non si pensi che altre lingue siano da meno sugli altri piani, ad esempio, su quello dello sviluppo linguistico o cognitivo. La lingua madre o familiare dovrebbe, anzi, essere sostenuta in tutte le famiglie che si trovano a vivere fuori dalla propria patria: è stato infatti dimostrato che la scolarizzazione nella lingua madre ha ricadute importanti sullo sviluppo linguistico, comunicativo e psicologico dei bambini e che quindi non si dovrebbe mai interrompere questo processo.

E’ per questo che in molti si impegnano a sostenere la lingua madre degli immigrati che potrebbe diventare una risorsa anche per tutti gli altri: se c’è un corso di lingua o se avete amici che parlano altre lingue vicino a voi, cogliete questa opportunità!

Vi saluto con una questa frase che trovo molto significativa:

“Qual è la miglior lingua? − Leggo Shakespeare, e dico, è l’inglese − leggo Virgilio e dico “è il latino” − leggo Dante e dico è l’italiano − leggo Richter, e dico, è il tedesco − leggo Porta, e dico è il milanese” (Carlo Dossi)

Questo post partecipa al Venerdì del libro.  Questo appuntamento nasce da un’idea di Paola di Homemademma che sta anche organizzando una biblioteca virtuale raccogliendo su Anobii tutte le proposte, a questo link. Le altre mie recensioni le trovi invece qui.


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