Magazine Diario personale

binario unico

Da Ducdauge @ducdauge

Chi ha mai visto un neutrino sfrecciare alla velocità della luce – pardon, superarla – magari in un immaginario tunnel sotterraneo? Quanto è grande un pianeta come Giove, o il Sistema Solare? Qualcuno si mai è seduto su una ipotetica sdraio su un ipotetico pianeta nella galassia di Andromeda ad ammirare la Via Lattea? Cosa può volere dire andare alla velocità della luce? Insomma, tutto questo dominio di “conoscenze”, e non solo, può essere fatto rientrare nelle cose invisibili e solo immaginabili. E’ innegabile che la ricerca scientifica ha molto bisogno di una bella e fervente fantasia.
Se nei secoli precedenti per conoscere meglio l’uomo e il mondo che ci ospita (o ci appartiene), studiosi, scienziati e filosofi puntavano lo sguardo verso il cielo osservando i pianeti, le stelle, i movimenti del Sole e della Luna, da un secolo a questa parte, per comprendere i misteri dell’universo, si guarda sempre a cose molto più piccole, microscopiche, per certi versi ancora più inimmaginabili da concepire rispetto a pianeti, stelle, galassie e universo.
Insomma, la ricerca scientifica è un guardare oltre, verso l’estremamente grande o verso l’estremamente piccolo, all’invisibile, nel senso più letterale della parola, “non visibile” e non analizzabile a occhio nudo.
Nel corso dei secoli, contemporaneamente a queste dispute per la scoperta e la ricerca di verità (scientifiche), gli uomini “comuni” hanno puntato lo sguardo verso un’altra entità invisibile, chiamandola, in base alle coordinate spazio-temporali a cui si faceva e fa riferimento, Dio, Allah, Buddha o Zeus, alla ricerca di una Verità misteriosa, alla base della vita stessa. Attraverso l’esistenza di questa figura invisibile si cercava di spiegare i misteri della vita, le superstizioni, la natura e ogni cosa che facesse parte del mondo e dell’umana realtà. Certo, nella maggior parte dei casi, alle divinità veniva affibbiata una manifestazione fisica/corporale – San Tommaso docet! – ma in questa sede preferisco non approfondire.
Studiosi e scienziati da una parte e gente comune dall’altra: entrambi mossi dalla stessa “fede nell’invisibilità”; i primi per costruire attraverso i canoni della ragione teorie e concetti che spiegassero il mondo e la vita, gli altri per superare le superstizioni e i fin troppo fitti misteri dell’esistenza umana.
Einstein scriveva che “la più bella sensazione è il lato misterioso della vita”: mistero che ognuno indaga e cerca di spiegare come vuole, affidandosi alla ragione o alla religione. Ognuno può scegliere di salire sull’uno o sull’altro treno, il binario da percorrere è comunque sempre e solo uno e la meta invisibile a tutti.


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