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in pompa minima

Da Ducdauge @ducdauge
I soldati del XIX reggimento della fanteria muovevano piccoli e felpati passi, attenti a non far rumore, infrangendo la quiete di qualche immobile sassolino. Era toccato a loro l’onore e l’onere di aprire la parata più silenziosa della storia militare, di un paese pacifista e notoriamente chiassoso. Loro, i soldati, evitavano persino di strusciare gamba contro gamba e braccia contro busto prevenendo qualsiasi altro inopportuno brusio. Dietro di loro, carri armati a passo d’uomo arrivavano coi cingoli rivestiti di bianco cotone, alimentando lo stupore di grandi e piccini perché sembravano proprio muoversi e camminare in mezzo a basse nuvole primaverili. Il reggimento di bersaglieri, abituato a correre muovendo e smuovendo le folle, stavolta si vide arrivare correndo in punta di piedi; i componenti suonavano i loro insonorizzati ottoni, per quell’occasione opachi e non lucidati per evitare che la luce del sole (oscurato da grigie nuvole artificiali) desse origine a luccichii festosi. Il trotto dei bersaglieri era seguito da un anacronistico squadrone di fantini che trainavano come schiavi i loro bei cavalli bianchi e imponenti, posti come statue su dei grossi skateboard ammortizzati; peccato che di Troie da espugnare non c’è ne fossero più da secoli, ma l’immagine omerica dell’iliaco equino venne alla mente dei più dotti che si complimentarono, seppur con brevissimi cenni col capo, con gli organizzatori per l’effetto ricercato.Così la parata, silenziosa e innocua, attraversava le vie principali della città, senza un benché minimo rumore, applauso, stridulo rombo di motore. Persino gli aerei dell’aviazione sorvolando la via principale spegnavano i motori, perdendo quota vertiginosamente fino a sfiorare tragicamente i palchi dove re, regine, presidenti, ambasciatori, uomini di potere, ospiti e clienti stavano assiepati applaudendo con le mani ovattate. Anche i paracadutisti per evitare inopportune esibizioni si lanciavano dagli appena tre metri dei balconi di un grigio palazzo tutt’altro che d’epoca e monumentale. Molti, soprattutto gli stranieri, si domandavano quale artista contemporaneo ci fosse dietro l’ambizioso progetto di realizzare una parata così originale. Ignoravano che poco più tardi l’ “artista”, dall’alto del suo colle, avrebbe osservato la melanconica quanto buffa parata pensando che, grazie a quella sceneggiata, per l’ennesima volta avrebbe festosamente banchettato coi suoi ospiti a spese dello Stato, alle spalle di chi ancora discuteva come sia possibile organizzare una tale manifestazione in pompa magna sobria e misurata.

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