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Binasco ad Alessandria per far pace con Slala

Creato il 29 ottobre 2011 da Lapulceonline

autostrada, area di servizioBruno Binasco a Palazzo Ghilini per parlare di trasporti e del futuro della logistica in provincia di Alessandria. Ma tra i motivi dell’incontro in Provincia, di fronte alla II e IX Commissione provinciale congiunta ci potrebbe essere la voglia degli amministratori locali di un riavvicinamento con l’universo di Fabrizio Palenzona, dopo lo “strappo” di un anno fa quando il Presidentissimo banchiere tortonese si era dimesso, con polemica, dalla presidenza della Fondazione SLALA (retroporto di Genova, tecnologia…) per mancanza di concretezza nella realizzazione dei progetti. Proprio la concomitante presenza del nuovo presidente SLALA, Antonino Andronico (dirigente pensionato dell’Ente Provincia, ora direttore della Fondazione per la logistica genovese-alessandrina) con Bruno Binasco (lì, come gruppo Argo, holding dei trasporti su gomma, ma molto vicino a Palenzona) fa pensare ad un incontro che va ben oltre alla stretta di mano con tanto di promessa di collaborazione a distanza.

In audizione Binasco ed Andronico hanno parlato delle difficoltà di far decollare la logistica alessandrina ribadendo che SLALA ha tutto l’interesse di far confluire idee e finanziamenti misti (pubblici e privati) per far partire il progetto di un porto secco al di là degli Appennini. Binasco (il l”laureato” del Gruppo Gavio, quello finito nella rete di Tangentopoli per finanziamento illecito ai partiti e attualmente nel miriro nella magistratura per le presunte “mazzette” che hanno inguaiato politicamente l’ex presidente della provincia di Milano, Filippo Penati) ha mostrato i muscoli, dando sfoggio di potenza: ha illustrato i terminali portuali sparsi su tutto il territorio nazionale, le sedi retroportuali e interportuali e l’adeguamento infrastrutturale della rete ferroviaria a servizio per i lunghi percorsi, in modo tale che il trasporto commerciale su gomma venga limitato a distanze più brevi.

Entrambi hanno sotterrato l’ascia di guerra dichiarando di non volersi fare la guerra, “bensì poter sviluppare, ognuno nel proprio ruolo, le tematiche atte ad allargare nell’alessandrino le potenzialità retroportuali”.

 


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