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Black humor

Da Alesan
Black humorIl web enfatizza ogni cosa: è un dato di fatto, non una mia opinione. Le rivoluzioni col web sono più belle e vincenti, le canzoni anche, i film si vedono persino meglio, per tacere del porno: una figata pazzesca. Da quando c'è il web tutto fa più rumore, tutto è più... più, e basta. Un paio di settimane fa avevo citato il caso tra Nonciclopedia e Vasco Rossi. Dopo quello che è successo domenica non cambio idea. Semplicemente una battuta di cattivo gusto nulla ha a che vedere con la storia di un vecchio cantautore cui è rimasto poco da dire e che dal "liberi liberi" che fu oggi non accetta la satira su di sé. E' proprio vero che a invecchiare si diventa un pochino tutti reazionari. Non cambio idea sull'azione di Rossi né sulla logica della censura. Ma il punto non è questo. Il punto è l'uscita che Nonciclopedia fa sulla morte di Simoncelli, una battuta che fa gridare allo scandalo, che porta gli stessi (ex)difensori dell'enciclopedia satirica ad allearsi a colpi di twit per insultare, scandalizzarsi e chiederne la chiusura. L'offesa a Simoncelli è quasi come lo sfregio sui cadaveri dei dittatori che furono, fucilati e sfasciati dal popolo in festa. Cadaveri massacrati sui quali si balla, si sputa, si vomita di tutto quasi come se Piazzale Loreto fosse roba di ieri l'altro. Il popolo di internet non mi lascia capire se il rispetto sia dovuto a tutti i morti in quanto tali, a prescindere da ciò che sono stati in vita, o se lo si deve solo a chi ci è simpatico o a coloro per cui facciamo il tifo. Nessuna delle due risposte sarebbe valida però, perché mi basterebbe sostenere che tizio, in vita, mi è sempre stato sui coglioni per sentirmi autorizzato a sputtanarne il ricordo.
Anche Spinoza finisce nel mirino, ma il blog dell'anno 2011 è una celebrità, è amato da tutti, è sponsorizzato da grandi firme e ci fa ridere un sacco. Per cui gli attacchi sono di minore entità per le battute su Simoncelli e e spesso non la si cita nemmeno. Fa giustamente notare un lettore di Spinoza che non possiamo pensare però di sfregiare il cadavere di Amy Winehouse e non quello di Simoncelli. Dov'è la differenza? Nel fatto che una fosse tossica e depressa e l'altro ha avuto sfortuna. Quindi posso deridere un depresso e, dall'alto della mia sanità mentale, fare la morale a coloro che poi s'impasticcano e si ammazzano soli come cani? Dovrebbe essere questa la logica? O pensiamo che siamo tutti uguali e, di conseguenza, tutti vittime potenziali di Spinoza oppure tanto vale lasciare perdere. 
La battuta di Nonciclopedia non mi è piaciuta. Non mi piacciono in generale le battute sui morti, ma questa proprio non era divertente. Questo post confuso, però, avrei voluto cominciarlo con una vecchia barzelletta su Lady Diana, storiella assai poco divertente messa in circolazione neanche 24 ore dopo la morte della principessina triste. Oppure avrei voluto ricordare la magnifica imitazione di una confezione di Microsoft Flight Simulator con John John Kennedy in copertina che si promuove come istruttore, falso internettiano comparso il giorno dopo la morte del rampollo della più celebre famiglia americana avvenuta proprio durante un volo aereo alla cui guida vi era lo stesso Kennedy. O magari avrei potuto postare tutte le foto e le vignette apparse dopo l'11 settembre, non appena tutti si sentirono sollevati sapendo che GWB non avrebbe nuclearizzato l'emisfero boreale. Magnifiche vignette che colpivano la memoria di tremila morti. O le tante barzellette sull'olocausto, degli ebrei nel posacenere della 500, quelle sui negri, sulle donne, sui froci, sui terroni, tutta questa feccia spacciata per umorismo che gira da quando internet non era nemmeno un progetto. Barzellette meschine, sessiste, omofobe, talvolta irritanti. Barzellette che tutto il popolo di Twitter che ieri bestemmiava contro Nonciclopedia ha sentito raccontare almeno una volta nella vita senza chiedere l'internazione per la persona che si era sottoposta ad una versione hard-core di Gino Bramieri. Barzellette che, magari, molti di loro hanno persino raccontato di tanto in tanto.
Credo che una barzelletta possa fare ridere anche se di cattivo gusto e, credo, che questo sia solo un modo per esorcizzare la morte, per farsi beffe di lei, soprattutto quando si è più giovani e ci si sente immortali. In quel momento non si crede di poter far male, forse il tizio di Nonciclopedia pensava persino che, da qualche parte, nell'altra vita, il buon Simoncelli se la stava ridendo per quella cazzata. E non possiamo escluderlo. Cercando di staccare un attimo il cuore e di capire che alla fine l'uomo vede nella morte qualcosa di grottesco e assurdo, e molti trovano non sia logico temere l'inevitabile ma che sia meglio trattarlo con sdegno e ilarità al fine di trovare un modo per ridere quando per ridere è rimasto ben poco. 
L'attacco a Nonciclopedia è un non-sense. Non si può pensare che un sito possa scrivere qualunque sciocchezza e poi non lasciarsi andare, purtroppo, di tanto in tanto, a qualche sbandata. Non sono uno di quelli che pensano che in democrazia tutto sia lecito e che la libertà di parola significhi che sono legittimato a dire qualunque cosa mi passi per la testa. Al tempo stesso non posso pensare che Nonciclopedia dovrebbe chiudere per le affermazioni su Sic. Forse, ragionando sulla morale così diversa e così distante di ognuno di noi, dovrebbero scusarsi perché il campo del dolore e della sofferenza altrui non dovrebbe far parte dei significati di quel tipo di satira. E perché il campo del dolore altrui, di quelli che sopravvivono, non andrebbe mai calpestato da nessuno. Viene da dire che alcuni giornalisti veri ogni giorno insultano centinaia di vivi e di morti e nessuno si scusa mai, ma proprio per questo chi fa intrattenimento di questo tipo dovrebbe stare su un più alto gradino del podio. Oggi Nonciclopedia se ne esce sulla strage di Utoya. E' divertente? Non lo so, alcuni passaggi (le citazioni prima dell'articolo) oggettivamente sì, è puro cabaret scorretto è, per fortuna, molto lontano da Zelig e parla con la voce che si sente ogni giorno dalla gente comune. Ma il resto ha un senso? Parlare di ragazzini sterminati da un folle in tono ilare ha un che di sensato? Forse no, forse non ha senso scherzar coi morti e basta. Il fatto è che se Nonciclopedia fa schifo non dovreste leggerla, questo a prescindere da ciò che pensano o dicono di Simoncelli. Se poi il vostro rapporto con l'aldilà è di fede cristiana dovreste allora alterarvi anche per tutte le battute sul Gheddafi che fu. E per Amy Winehouse, morta sola come un cane. Invece regna il silenzio.
Non esprimo giudizi, ma il web ha dato un risalto a quanto avvenuto che, hai tempi delle barzellette su Lady D o di Osama Bin Laden che sodomizza George W Bush, fu nettamente inferiore. Nel primo caso per la scarsa diffusione del web, nel secondo perché Bush era antipatico ai più e perché, malignamente, molti hanno pensato che gli americani meritassero quell'attacco. Dimenticandosi che morirono 3000 innocenti su cui hanno sputato ogni santo giorno per dieci anni per via di un pensiero ideologico anziché pragmatico. La morale di ognuno di noi non è mai in discussione, ma almeno dovrebbe essere coerente. Altrimenti si lasci perdere: una fitta al cuore, un "vaffanculo" e poi quel sito che non mi piace non lo leggo più. Che poi non è propriamente satira, ma parodia, parodia di Wikipedia, dell'uomo, di loro stessi. Un giochino divertente che stanca quando esce dal confine. L'uomo però gioca da sempre con la morte, fa arrabbiare che lo faccia sul povero Simoncelli, che lo faccia a caldo, ma anche quello è un modo per strappare un sorriso amaro, per togliere pressione al lutto. Non è giusto, non è bello o  brutto, a me non interessa. Non lo avrei fatto al loro posto e non mi fa ridere, ma questo che importa? Ciò che importa è che non si può chiudere un sito per un'uscita sbagliata. Nemmeno per cento se è per questo. Se fa schifo cambiate canale. Tanto la gente non si informa su Nonciclopedia. Ma sul TG1 sì. E questo non fa per niente ridere.

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