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Blazers-Hornets: belle ma incompiute

Creato il 17 maggio 2011 da Basketcaffe @basketcaffe

Trail BlazersLa fortuna è cieca ma la sfiga ci vede benissimo“. Avranno pensato questo dirigenti, allenatori, giocatori e tifosi di Portland e New Orleans circa la stagione che ha vissuto la loro squadra. I Blazers sono ormai tre anni che devono affrontare ogni tipo di infortunio fisico e anche quest’anno non hanno mai avuto Oden, ma soprattutto hanno avuto a mezzo servizio (forse mezzo è anche troppo) il loro leader tecnico ed emotivo, Brandon Roy. Dall’altra parte, gli Hornets, che sono stati “commissariati” e acquistati dalla Lega dopo i problemi economici del precedente proprietario, hanno visto David West infortunarsi poco prima dei playoff, perdendo di fatto il loro primo marcatore e la spalla ideale per il gioco di Chris Paul.
Probabilmente le due squadre sarebbero uscite lo stesso al primo turno di playoff, anche fossero state al completo e al 100%, perchè Mavs e Lakers sono obiettivamente più forti, ma i rimpianti di non averci potuto provare fino alla fine e al massimo comunque restano.

PORTLAND TRAIL BLAZERS

Le ultime stagioni sono state disastrose dal punto di vista medico, con un numero di infortuni davvero difficile da comprendere che hanno minato le fondamenta di una squadra che quanto a potenziale sembra essere seconda a pochissime squadre anche nell’agguerrito Ovest. C’è altro però oltre agli infortuni e riguarda un progetto che probabilmente sta lentamente scivolando via, visto che in questi anni i giovani di talento sono stati ammassati, fatti crescere, ma non hanno mai reso in pieno. E alcuni di questi sono anche stati mandati altrove in cambio di nulla (o quasi).
Ovvio che se con la prima scelta assoluta prendi un giocatore (Greg Oden) che difensivamente ha il potenziale per diventare uno dei migliori di sempre, ma alla prima allacciata di scarpe si frantuma un ginocchio, e da li non si riprende più, allora il progetto va a donne di facili costumi per forza. Se a questo si aggiunge che il tuo leader e miglior giocatore (Brandon Roy) è praticamente senza ginocchia anche lui e difficilmente potrà tornare quello che ti ha trascinato nei primi anni…beh allora le nuvole all’orizzonte diventano nerissime.

L’esplosione di LaMarcus Aldridge, che ha chiuso la stagione regolare con 21.8 punti, 8.8 rimbalzi e il 50% dal campo, e i playoff a 20.8+7.5 e 48% al tiro, è per forza di cose una buona notizia ma accanto a lui, senza Roy, c’è poco altro. Gerald Wallace è stato acquistato nelle ultime ore di mercato ma sembra andare a fare scopa con Nicolas Batum, unico vero talento a disposizione che possa crescere ancora di livello; la sua difesa è importante e anche il suo atletismo, ma a questa squadra serviva qualcos’altro. Questo qualcosa potrebbe arrivare dal mercato estivo soprattutto se la dirigenza non dovesse esercitare l’opzione di rinnovo sul contratto di Andre Miller, liberando altri 8 milioni ad un cap che senza il play sarebbe ingolfato solo per 46 milioni.
Prima di tutto però bisogna riportare Roy in codizioni accettabili, tutto passa per le sue mani e per le sue, fragilissime, ginocchia.

NEW ORLEANS HORNETS

hornets
Lottare contro i Lakers in tutte 6 le partite giocate, strappandone anche 2 merita senza dubbio un applauso, anche se rivisti oggi, dopo lo sweep subito con i Mavs, i gialloviola non sembrano più quella corazzata imbattibile. Paul le ha provate tutte per tenere a galla i suoi ma l’assenza di West è stata troppo penalizzante per un roster che era già corto, sia come numero sia come talento. La mancanza di un secondo violino dopo l’uscita di scena dell’ala si è vista benissimo e il supporting cast, che ha comunque retto discretamente, non poteva fare di più per aiutare CP3.
La situazione agli Hornets però è paradossale, perchè la società è stata acquistata dalla Lega che ora dovrebbe cercare un nuovo acquirente disposto a pagarla una somma congrua, ma che dovrebbe anche decidere il mercato della squadra creando un evidente conflitto di interessi fatto notare da due delle bocche più larghe della NBA, Cuban e Jackson.

Paul già l’anno scorso aveva chiesto rassicurazioni alla dirigenza per restare e non chiedere la cessione, ma a questo punto sembra inevitabile che il fenomeno ex Wake Forest cambi aria abbastanza in fretta, anche perchè come tanti altri suoi colleghi (e predecessori) ha l’opzione sul rinnovo del suo contratto per la stagione 2012/13 e quindi non la esercitasse diventerebbe free agent (quello che è successo a LeBron James e che Denver ha scampato con Anthony). La fila di franchigie disposte a fare follie per CP3 è lunghissima, ma è ovvio che il giocatore cercherà una squadra in grado di dargli delle garanzie di successo.
Oltre a questo, il GM Dell Demps, dovrà affrontare il rinnovo di West che ha una player option e sembra molto indeciso se esercitarla o meno. In caso diventasse free agent i problemi per New Orleans aumenterebbero ancora.

Infine capitolo Marco Belinelli: gli Hornets potrebbero decidere di far valere la qualifying offer da 3.4 milioni di dollari e trattenere l’italiano che quest’anno ha comunque reso discretamente: 10.5 punti con il 41.4% da tre in stagione regolare e 9.7 punti nei playoff. A coach Monty Williams piace molto e la società ha scambiato Thornton anche per dare maggiore spazio all’ex Bologna. Il lockout incombe e potrebbe cambiare tutto, ma la riconferma del Beli sembra essere vicina.


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