Ultimamente la blogosfera sembra finita in una lavatrice
Con la centrifuga continua e sparata ai massimi livelli…
Le colpe sono da ricercare in diversi fattori e il primo che mi salta alla mente (ma non in ordine di importanza) è Google e i suoi nuovi algoritmi.
Ormai tutti quanti, perlomeno quelli a cui la questione interessa in prima persona, si sono resi conto di come, il famoso motore di ricerca, abbia deciso di stroncare i blog e i loro contenuti.
Ricerca per immagini stravolta, penalizzazione dei vecchi contenuti, obbligo da parte dei blogger a diventare spammer professionisti solo per raccattare qualche visita in più.
Insomma, ma che diavolo stanno a fare in casa Google?
Non credete?
Fatevi un giro fra i vari social network, tastate con mano e stilate una piccola classifica.
Quante sono le immagini condivise, rapportate al resto dei post?
Parecchie, vero?
E poi, diciamolo, un post con qualche immagine allegata è più gradevole, meno pressante e decisamente più scorrevole.
Ma ora le immagini servono solo ad un personale uso e consumo, visto che grazie a Google non si ottengono più quelle visite casuali che invece arrivavano prima.
Anche se i responsabili del motore di ricerca dichiarano il contrario…
Ma come dicevo, questo è solo uno dei sintomi, perché non si sta parlando di causa ma di effetto.
Se da un lato sono sparite un bel pugno di visite, dall’altro è innegabile che anche i commenti siano calati. A volte drasticamente.
Quindi, la domanda è lecita: che diavolo sta accadendo?
E soprattutto, per chi stiamo bloggando?
Ok, forse la risposta la conosciamo già…
Le informazioni oggi viaggiano veloci, le persone guardano (perché chi legge è la minoranza), assimila il minimo e passa oltre.
Perché tanto non c’è bisogno di approfondire. Perché se serve qualcosa basta una semplice ricerca e la rete offre tutto quello che serve. Perché, perché, perché…
Ma non so quanto sia vero tutto questo.
Insomma, chi ama bloggare, chi cerca di farlo in maniera ponderata e studiata, passando ore a creare post, articoli intriganti e documentandosi per non dire stupidaggini, si ritrova punito. Al contrario di chi invece pubblica cazzate (scusatemi il francesismo) e ottiene più riscontri di quanto non meriterebbe in realtà.
Le statistiche sono una componente fondamentale del lavoro di un blogger (sì, l’ho definito un lavoro), anche se non devono diventare un ossessione. Ma quando queste si trasformano in un arma contro il blogger stesso, allo cosa si deve fare per correre ai rimedi?
E così c’è chi si ostina, continuando come ha sempre fatto e credendo nel suo operato, e c’è chi, dall’altra parte, cede al lato oscuro e comincia a parlare di quanto siano cresciute le tette della star del momento.
Gossip, cucina, sembra che ormai gli argomenti più gettonati vadano dal frivolo all’inutile, passando per l’assurdo e il dubbio gusto.
Recensioni?
Non le legge nessuno…
Segnalazioni di film o altre produzioni simili?
Va già bene se non si trovano chiavi di ricerca del genere “spiegazione finale Iron Man 3″…
E così, ragazzi miei, non può andare avanti.
I blog sono importanti, lo dimostrano i numeri (o almeno lo dimostravano) e penalizzarli solo perché qualcuno ha deciso che è giusto così, be’, scusate, ma non lo accetto.
Per questo, nel mio piccolo, ho deciso di continuare sulla strada intrapresa fino a qui. Una strada iniziata sul vecchio blog, maturata in due anni, e evoluta in questa nuova incarnazione.
Perché bloggare mi piace, e credo che, anche se non con ogni articolo, il mio contributo abbia una certa valenza.
Se poi dovessi venire smentito lo accetterò, ma fino a quel momento rimarrò qui.
E che si fottano le statistiche!