“Alcune persone hanno una maggiore propensione all’autodistruzione?”. Un interrogativo prende corpo dall’ultimo film diretto dal geniale quanto ecclettico maestro Woody Allen, un’ icona del cinema che non ha bisogno di presentazione, infatti è lo stesso Allen ad esserne convinto dando una risposta secca: “Si, io credo sia genetico!”. E’ sorprendente come il noto scrittore e regista riesca ad evidenziare le debolezze del gentil sesso scavando in profondità nella loro psiche a volte in modo volutamente crudele, ma senza mai ripetersi come nei suoi precedenti “Interiors”, “Un’altra donna” e “Vicky Cristina Barcelona” dai contenuti altrettanto forti ma trattati su tematiche diverse .
W. Allen dopo il grande successo di “Midnight in Paris” ci riprova con “Blue Jasmine”, un film che va a collocarsi in netto anticipo tra i capolavori del genere commedia/drammatico, chiaramente ispirato sia per i personaggi che per il contenuto ad “Un tram chiamato desiderio”,attraverso una chiave di lettura diversa che ne evidenzia lo stile inconfondibile di Allen. E’ un omaggio a Elia Kazan e ad indimenticabili miti cinematografici come Marlon Brando e Vivien Leich. Ma in “Blue Jasmine” a prendere il posto di questi mitici protagonisti conquistando i favori della critica attraverso un’ interpretazione altrettanto notevole è la bravissima Cate Blanchett nel ruolo di Jasmine .
Blue Jasmine
Jasmine è una donna in fuga da se stessa, alla ricerca disperata di un equilibrio che non troverà mai, un personaggio femminile confuso e smarrito, non dissimile da tante altre donne che osservano il loro mondo crollare in mille pezzi. Ad innescare la mina nella vita di Jasmine è un matrimonio fallimentare con un benestante uomo d’affari Hal (Alec Baldwin) in una mondana e sciccosa New York . Hal si rivela un truffatore, viene condannato e Jasmine perde le sue certezze cercando di ricostruirsi una vita chiedendo ospitalità a sua sorella Ginger ( Sally Hawkins) presso San Francisco. Continui flashback della vita trascorsa ricostruiscono i passaggi di maggiore interesse attraverso la tormentata esistenza di Jasmine, una donna dallo stesso Allendefinita Kamikaze perché autodistruttiva.
Cate Blanchett più brillante che mai, ci sorprenderà in una sua interpretazione davvero unica, una donna in preda ad una crisi di nervi nel bel mezzo del tracollo di mezz’età, forse l’interpretazione di Blanchett è la migliore di tutta la sua carriera per un film che ha il sapore di una favola alla rovescia, dove non ci sono lieti fini ma una morale di vita che non ammette margini d’errore, severa e castigatrice. La consapevolezza che sono i sentimenti a dominare la nostra esistenza e non la ragione, può provocare ogni genere di paure: l’insicurezza, i conflitti, l’irrazionalità e le frustrazioni, elementi umani che conducono verso un autolesionismo come nel caso di Jasmine.
Girato interamente tra New York e San Francisco “Blue Jasmine” si presenta certamente come uno tra i film meno divertente di W. Allen ma con un retrogusto amaro e ironico sulle conseguenze della vita di una donna come tante altre, pronta a rimettersi in gioco per riqualificarsi dopo un fallimento matrimoniale, questi elementi andranno a determinare una maggiore empatia con lo spettatore in quanto la tematica trattata va ad evidenziare le conseguenze esistenziali oggi di grande attualità. Lo stesso Allen rivolgendosi alle donne e parlando del film ci rivela: “Penso alla loro speranza di incontrare qualcuno che possa dargli una qualche sicurezza nella vita. Qualcuno che darà a loro qualcosa in più rispetto a quanto hanno avuto”.
Tra gli altri ruoli notiamo le interpretazioni di Bobby Cannavale (Chili), Louis CK (Hal), Andrew Dice Clay (Augie), Peter Sarsgaard (Dwight il diplomatico).”Blue Jasmine” dopo aver riscosso ottimi consensi negli “States” attraverso promettenti incassi ai box office, è in arrivo nelle sale italiane dal 5 Dicembre 2013. Al cinema ci attende una favola morale dei nostri tempi.
di Antonio Gentile per Oggialcinema.net