- Inverno -
Prima che l’inverno sia finito, e con l’inverno il tempo del dolce lattemiele, fate anche voi il bodino che oggi voglio insegnarvi, tanto più che esso è lesto fare, di poca spesa e degno d’esser chiamato leccornia veramente sopraffina. Comperate dal farmacista (o dal droghiere) due stelle legnose di anice, e se lì, nel vostro paese, né il farmacista nè droghieri possedessero anice stellato al naturale, comperate allora una stecca di vaniglia.
Fate bollire mezzo litro di latte, con 3 etti di zucchero e con quelle stelle d’anice, oppure con quella stecca di vaniglia; togliete poscia le une o l’altre, e fate raffreddare. Mentre il latte andrà perdendo, lentamente, ogni suo calore, sbattete in ambiente freddo e dentro ad un insalatiera, per ridurlo a lattemiele, un quarto di litro di autentica panna; e sbattetelo (se non possedete l’apposito strumento) con un mazzetto di fuscelli ben lavati e tra loro strettamente legati.
Quando il lattemiele sarà fatto (attenti che sia ben sodo!) in un goccio d’acqua tiepida sciogliete 20 g di colla di pesce; appena la colla sarà sciolta, versatela nel latte che ormai si sarà raffreddato; unite questo al lattemiele; e mescolate il tutto, ben bene, assieme. Prendete allora uno stampo da budini, quello più sottile della vostra cucina, quello di latta, e quello anche… più ricamato; ungete tutto con un goccio d’olio d’oliva; riempitelo con la crema; copritelo con un coperchio; mettetelo a ghiacciare dentro al ghiaccio; versatelo poco prima del pranzo; cospargete il vostro candido e bel bodino con liquore rosso d’ Alkermes (se ne possedete) oppure guarnitelo con ciliegie sotto spirito.
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Sono certa, certissima, che quando voi stesse assaggerete questo bodino, vi chiederete stupite come mai dall’unione del lattemiele col latte possa venire un sapore tanto prelibato, e anche tanto diverso da quello del lattemiele e, ancor più, del latte! Reconditi misteri dell’arte cucinaria!
Ricette di Petronilla Ed.Olivini 1938
- PETRONILLA: svolse un ruolo importante negli anni delle ristrettezze economiche dovute alla guerra. Di fronte alla drastica riduzione dei beni alimentari disponibili, proponeva i suoi suggerimenti «sul modo di sbarcare il lunario mangereccio, consumando poco grasso, poco riso, poca pasta, poca farina e poco zucchero; spendendo pochetto ma….nutrendo bastevolmente»