Fragile ed essenziale, malinconica e lirica, la fotografia di Bohnchang Koo ha un’anima triste che guarda alla vita con poca leggerezza. La scomparsa, il silenzio, la provvisorietà, il passaggio del tempo, è tutto ciò su cui si concentra il lavoro dell’artista.
La Galleria Carla Sozzani presenta per la prima volta in Italia un’antologica del fotografo coreano nato a Seoul nel 1953. Bohnchang Koo è uno dei fotografi più influenti e importanti della Corea del Sud, ha contribuito a formare e promuovere la fotografia coreana e nel 2013 è stato uno dei curatori della Biennale parigina “Photoquai”. L’allestimento milanese presenta un cospicuo numero di immagini selezionate dalle serie: “Vessels”, “White”, “Portraits of Time”, “Riverrun” e “Everyday Treasures”.
Per la serie “Vessels” ha fotografato rare porcellane della dinastia Joseon (1392 – 1910), visitando musei in varie parti del mondo. La ceramica di Bohnchang Koo è sempre imperfetta, come la vita, descritta nei suoi tratti essenziali, nella sua estrema semplicità, un’operazione che appare simile alle ricerche di Giorgio Morandi sulla forma e sul visibile. Sebbene la serialità del lavoro di Bohnchang Koo possa far pensare ad un indifferenza verso il soggetto, le sue immagini sono da leggere come sintesi estrema, ricerca di un appiglio laddove il mondo e il tempo fuggono, scompaiono, si dissolvono. Nella serie “Portraists of Time” la poetica del provvisorio è espressa in maniera quasi eroica, l’artista rinuncia a un intervento compositivo, elimina sé stesso: “Ho voluto far parlare il muro”.
Inaugurata l’8 Novembre, l’esposizione – dal titolo “open end” – si concluderà l’11 Gennaio 2015. La Galleria Sozzani ospita anche una selezione di cinque fotografie di Erwin Blumenfeld in dialogo con le immagini in bianco e nero di Lillian Bassman, che sarà possibile osservare fino al 10 Gennaio 2015.
E’ possibile visitare la mostra tutti i giorni, dalle ore 10.30 alle ore 19.30, mercoledì e giovedì dalle ore 10.30 alle ore 21.00.
di Vincenzo Di Rosa
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