<< O paghi o muori>>, una storia tra usura ed estorsione a un avvocato." title="Bologna: << O paghi o muori>>, una storia tra usura ed estorsione a un avvocato." />«O paghi, o muori. Sappiamo dove abiti e dove va a scuola tuo figlio». Erano di questo tenore le minacce che, per due anni, un avvocato tributarista bolognese di 55 anni si è sentito rivolgere da una banda di presunti estorsori, dopo un prestito di 91.000 euro contratto nel 2010.
In breve la somma era praticamente raddoppiata e i creditori avevano cominciato a intimidirlo, arrivando a minacciarlo con una pistola, a requisirgli la macchina e a fargli credere di avere a che fare con una pericolosa famiglia della 'ndrangheta calabrese.
A gestire tutto, secondo i carabinieri, era invece G.D.C., 48 anni, di Bologna, ex intermediario immobiliare che la vittima aveva conosciuto in passato per lavoro, supportato da due complici, V.V. di 51, bolognese e A.V., di 44, originario di Bari ma residente a Bologna.
Il terzetto è stato arrestato ieri dai Carabinieri del Nucleo Operativo di Bologna, in esecuzione di ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari per estorsione continuata e aggravata in concorso, rapina aggravata, detenzione e porto abusivo di armi.
I provvedimenti sono stati firmati dal Gip Pasquale Gianniti, su richiesta del Procuratore Aggiunto Valter Giovannini e del sostituto Claudio Santangelo.
L'avvocato si è rivolto ai carabinieri lo scorso febbraio, dopo un paio d'anni di intimidazioni.In un caso, secondo la ricostruzione degli investigatori, G.D.C. e V.V. si sarebbero presentati nel suo studio minacciandolo con una pistola e un coltello, poi gli avrebbero rapinato la macchina, una Peugeot 206, impossessandosi delle chiavi e impegnandosi a restituirla solo dopo il saldo del credito. A.V. sarebbe stato invece l'autore di alcune telefonate minatorie fatte con un marcato accento meridionale («Se non paghi ti taglio la capa»).
All'inizio di quest'anno l'avvocato aveva restituito a G.D.C. 174.000 euro e sperava di avere finito di pagare. Invece ha scoperto che l'uomo aveva acquisito effetti e cambiali anche da altri suoi creditori e pretendeva ulteriori 300.000 euro, millantando che dietro il prestito ci fosse una famiglia calabrese.
A quel punto l'avvocato si è deciso a denunciare tutto ai carabinieri. Le indagini, con pedinamenti e intercettazioni, hanno rapidamente portato a individuare i tre. A casa di G.D.C., a Zola Predosa, è stata trovata la pistola, replica di una Beretta calibro 9x21 priva del tappo rosso regolamentare, utilizzata per minacciare la vittima, oltre a varia documentazione. A V.V. sono state invece sequestrate altre due pistole, autentiche ma regolarmente detenute, una carabina ad aria compressa e 5 coltelli.
Recuperata, in un'autofficina di Fidenza (Parma), anche la Peugeot che era stata sottratta alla vittima. Secondo gli investigatori, non è escluso che altri professionisti in difficoltà siano finiti nel mirino degli estorsori. Durante le indagini, nel marzo scorso due degli indagati erano stati sorpresi dai carabinieri a danneggiare l'auto di un piccolo imprenditore.
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