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Boom azionario, il 2013 ha sgonfiato oro e argento

Da Mrinvest

Il 2013 è stato caratterizzato dal boom azionario delle borse occidentali, mentre i beni rifugio come oro e argento hanno subito un vero tracollo.

Boom azionario, il 2013 ha sgonfiato oro e argentoIl 2013 appena trascorso si è distinto per un recupero della fiducia sui mercati finanziari, che ha dato vita a un vero boom azionario, dopo un biennio terribile tra il 2011 e il 2012 dovuto essenzialmente ai rischi di rottura dell’Eurozona.
Non è affatto un caso che proprio nel settembre del 2011 l’oro raggiungeva il suo apice nelle quotazioni, sfondando la barriera dei 1.920 dollari l’oncia nella seduta del 6 settembre e puntando apparentemente a quota 2.000 dollari. Ma le cose sono andate molto diversamente. Nonostante le

previsioni di diversi istituti per uno sfondamento delle quotazioni dell’oro della soglia di 2.000 dollari entro la fine del 2012, il metallo giallo ha perso nell’ultimo anno il 30% circa del suo valore. Agli inizi di gennaio del 2012 valeva quasi 1.700 dollari l’oncia, oggi appena 1.238 dollari.

Peggio è andata all’argento, che ha perso il 35%, quotando adesso appena sopra i 20 dollari l’oncia, mentre un anno fa era al di sopra dei 30 dollari.

Al boom azionario dei mercati occidentali si contrappongono i mercati emergenti dove gli investimenti hanno ottenuto risultati negativi, mediamente mostrando perdite del 10%. In questo caso, il problema non è stato tanto il calo dei valori degli asset su cui si è puntato, bensì il deprezzamento delle valute rispetto al dollaro americano successivamente all’annuncio del governatore della Federal Reserve, Ben Bernanke, che avrebbe iniziato a ridurre gli stimoli monetari entro la fine dell’anno.

Sono scivolati così la lira turca, il real brasiliano, la rupia indiana, la rupia indonesiana, per citare gli esempi più eclatanti, e ulteriori deprezzamenti sono previsti anche per quest’anno, man mano che il “tapering” procederà.

Al contrario, chi ha scommesso su Piazza Affari non è rimasto deluso. La Borsa di Milano ha guadagnato oltre il 16%, portandosi ad un valore complessivo di capitalizzazione (new entries incluse) di 438 miliardi di euro, il 28,1% del Pil italiano.

Ancora meglio hanno fatto le altre Borse, registrando un vero e proprio boom azionario, come quella di Tokyo, che in un anno si è impennata del 57%, ma anche il Dow Jones è salito del 25% e il Nasdaq del 37%, così come il Dax tedesco è cresciuto del 25%, Madrid del 21,4% e Parigi del 17,6%.


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