E’ il contratto della vita. Tanto per la carriera di Eric Bledose, quanto per il futuro, più o meno prossimo, dei Phoenix Suns. Un quinquennale da 70 milioni di dollari, dopo mesi passati tra dubbi e incertezze sul restare o meno nella franchigia dell’Arizona, è un punto esclamativo quasi clamoroso per tutti gli interessati alla trattativa di rinnovo ed un punto di fine inaspettato per questa lunga estate caldissima targata National Basketball Association.
Tutto si può discutere, meno che il reale valore di Bledsoe e la sua crescita, ben più simile ad un’autentica esplosione, nella scorsa stagione, la prima a Phoenix, dopo un inizio di carriera più o meno soddisfacente in maglia Clippers. Le sue medie sono salite vertiginosamente dagli 8.5 punti, 3 rimbalzi e 3.1 assist dell’ultima annata a Los Angeles ai 17.7 punti, 4.7 rimbalzi e 5.5 assist della passata regular season. La coppia che Bledsoe ha formato, purtroppo per i Suns in sole 43 uscite a causa dell’infortunio occorsogli al menisco, con Goran Dragic è stata tra le più produttive e devastanti della Lega e ha guidato a 28 vittorie e sole 15 sconfitte ai ragazzi di Jeff Hornacek. Non è un caso che Phoenix si sia giocata i playoff, nella sempre esigente Western Conference, proprio con il 20-19 ottenuto nella quarantina di partite senza il prodotto di Kentucky sul parquet.
Nonostante ciò, l’estate è stata prodiga di trattative e successivi ripensamenti, con Bledsoe che è stato ad un passo dapprima dal diventare il nuovo faro dei Lakers e poi l’ennesimo giovane talento dei Timberwolves. A Minneapolis si parlava addirittura di un quadriennale da circa 60 milioni di dollari, ma, alla riuscita dell’accordo con i TWolves, la guardia ha preferito restare in Arizona. La pressione, ora che ha firmato il contratto più esoso tra tutti i restricted free agent in questa ricchissima estate, è tutta sulle sue spalle. Che ruolo avrà Bledsoe in uno dei backcourt più ambiziosi della Lega con, tra gli altri, giocatori del calibro di Goran Dragic ed Isaiah Thomas, oltre alle recenti scelte al Draft Archie Goodwin e Tyler Ennis e l’arrivo ormai prossimo di Zoran Dragic da Malaga, fratello di Goran e suo compagno di reparto con la Nazionale Slovena? Sicuramente ha le capacità ed il talento per esserne il leader assoluto, anche se le incertezze non mancano, prima di tutto dal punto di vista fisico, con quel menisco che ha iniziato a dare problemi già nel 2011.
Un contratto da 70 milioni di dollari, tutti garantiti, metterebbe aspettative altissime su chiunque, figuriamoci su un ragazzo di 24 anni ancora nel pieno della sua crescita cestistica. L’anno passato, Bledsoe, quasi del tutto libero da pressioni di sorta, ha tirato con il 47.7% dal campo e con il 35.7% da oltre l’arco, implementando clamorosamente le modeste cifre tenute nel primi anni in NBA. La sua velocità straordinaria e la sua intelligenza sui due lati del campo sono solo alcuni dei motivi che hanno spinto i Suns a non privarsene, anzi a concedersi un rischio di enorme portata, anche oltre quei 48 milioni di dollari per quattro anni, che parevano già un contratto più che accettabile, offerti inizialmente alla guardia, ma rifiutati. Ora Bledsoe, il quale, nel giro di un anno, è già passato da nemmeno 25 minuti d’impiego nelle rotazioni dei Clippers ai quasi 35 da leader del gioco in casa Suns, porterà tutto questo rischio sulle spalle.
Una rondine non fa primavera, tanto quanto una stagione ai massimi livelli non fa di un giocatore un campione. Bledsoe ha ancora tutto da dimostrare e dovrà portare sul parquet tutta la sua grinta ed il suo talento per meritarsi la lauta paga che riceverà in questi cinque anni. E’ anche vero che i Suns si sono resi conto che i tempi corrono e cambiano in fretta e nel futuro prossimo, con i nuovi contratti siglati con le televisioni, i salari dei grandi giocatori NBA esploderanno nel giro di qualche stagione. Ora, però, Bledsoe è, a tutti gli effetti, una star nel circuito e dovrà dimostrarlo a tutti.
God Ble(d)ss(oe) Him!