Bossi contro Monti. Il leader leghista continua la sua lotta contro l’attuale governo; le sue dichiarazioni riaccendono lo scontro politico
Le dichiarazioni choc del leader della Lega Nord riaccendono lo scontro politico. Da Piacenza, in risposta a chi gli ha chiesto se il governo proseguirà dopo il 2013 con il sostegno di Berlusconi, il leghista ha affermato che Monti: “rischia la vita, perché il Nord lo farà fuori”. L’indignazione per tale affermazione arriva da molti esponenti del mondo politico. Nichi Vendola afferma che si tratta di: “un linguaggio inaccettabile in un contesto civile. Bisogna smetterla di considerare folklore l’uso di un linguaggio violento e intollerante da parte del leader leghista”. Pierferdinando Casini su Twitter scrive: “Dopo le minacce di stasera a Monti bisogna veramente consigliare a Bossi un piccolo periodo di riposo!”. Per Francesco Boccia del Pd “il signor Umberto Bossi è chiaramente incapace di intendere e di volere”.
Bossi replica: “Ho minacciato di morte Monti? È Monti che minaccia di morte noi… Ho detto che Monti nella testa dei padani non è ben visto perché ci porta la povertà e poi anche la mafia. I giornalisti travisano, non si smentiscono mai quelle teste di legno”.
Altro tema “caro” al leader leghista è l’inno di Mameli; Bossi contesta fortemente la proposta di renderlo obbligatorio nelle scuole, contenuta in un provvedimento messo a punto in commissione Cultura alla Camera. Il provvedimento, che trova il consenso del Pd e del Pdl, è volto a inserire nei percorsi didattici, a partire dall’anno 2012-2013, iniziative volte a informare e a suscitare la riflessione su un periodo importantissimo della storia nazionale: il Risorgimento. La relatrice, Paola Fassinetti (Pdl), ha dichiarato tra gli obiettivi quello di rendere noti agli studenti le parole e il senso dell’inno di Mameli. Bossi esprime direttamente la sua contrarietà: “spero che non lo cantino i miei figli”. Già nel 2008 ,durante un congresso, in riferimento al passo dell’inno in cui compare la frase “schiava di Roma”, dichiarò: “Non dobbiamo più essere schiavi di Roma – aveva detto Bossi – L’inno dice che l’Italia è schiava di Roma… Toh! dico io”.
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