Metti una sera d’autunno… e un budino di riso con uva brinata
Metti una sera d’autunno, i vetri rigati dalla pioggia, le luci della città annegate nella nebbia leggera, il buio del mare laggiù. Nel giardino il vento schiaffeggia le foglie rosse del diospero, piega i rami dell’ulivo, scuote l’alloro odoroso.
Metti una sera d’autunno, in una casa illuminata dalla luce morbida delle candele, il temporale, fuori, e un lieve brivido, un sospiro di malinconia, il desiderio di cose sconosciute. Tra poco arriveranno gli amici e la casa sarà calda di sorrisi e di voci, di odore di pioggia e profumi di cibo buono.
Manca ancora il dolce, qualcosa di antico, che porti tenerezza e ricordi, qualcosa di semplice e sontuoso, di morbido e fragrante.
Metti una sera d’autunno: fuori lampi di luce e scoppi improvvisi di tuoni, scrosci di pioggia e vapori. Sulla tavola imbandita, un budino antico e un grappolo d’uva coperto di brina dolce e leggera.
Budino di riso con uva brinata.
200g di riso
1l di latte
70 g di burro
3 uova
2 cucchiai di Sciacchetrà (o altro vino dolce: passito, vin santo, ecc)
120 g di zucchero
70 g di farina di mandorle
1 stecca di vaniglia
per decorare:
un grappolo d’uva
un albume
zucchero semolato, q.b
zucchero a velo, q.b
In una pentola dal fondo spesso portate a bollore il latte con la stecca di vaniglia(io l’ho aperta per il lungo, in modo da far fuoriuscire i semini)
Versate il riso e mescolate bene: fate cuocere, curando che non attacchi al fondo, fino a che non avrà assorbito tutto il latte.
Ritirate dal fuoco. Eliminate il baccello di vaniglia. Unite il burro, lo zucchero e la farina di mandorle, mescolando bene. Lasciate intiepidire. Ora aggiungete tuorli delle 3 uova, uno alla volta, mescolando. Unite il vino.
Montate a neve gli albumi e incorporateli al riso, mescolando piano, dal basso verso l’alto, perché non si smontino.
Imburrate uno stampo da budino, versate il composto e ponete lo stampo in una teglia alta. Riempite la teglia con acqua calda e mettete il tutto in forno già caldo a 180° per circa 45 minuti.
Sfornate il dolce quando avrà una bella crosticina dorata.
Lasciate intiepidire nello stampo, poi sformate con delicatezza, in un piatto da portata.
Battete leggermente con la frusta un albume, senza portarlo a neve. Bagnate nell’albume il grappolo d’uva (o gli acini sgranati) e rotolateli poi nello zucchero semolato, che avrete prima disposto in un largo piatto.
Cospargete il dolce di zucchero a velo e servite.
Note :
- Potete utilizzare ovviamente, altra frutta: fichi, frutti di bosco, ecc. ma anche composte dolci, coulisse di frutta, sciroppi, e, perché no!, cioccolata calda e panna montata.
- Non so se è mia imperizia o colpa del mio forno, ma vi sconsiglio l’utilizzo di stampi in silicone per questo dolce. L’ho dovuto rifare due volte: la prima, nel silicone, il dolce è risultato mal cotto e in superficie molle e inconsistente; quando l’ho cotto dentro lo stampo in rame – ma anche quelli di alluminio o d’ acciaio vanno benissimo – la cottura è risultata più uniforme e il dolce presentava la leggera crosticina superficiale, davvero perfetta.
- Ho utilizzato un riso di baraggia biellese e vercellese dop, ottimo anche per i dolci, che ha buona tenuta in cottura e perfetta consistenza. A mio parere, in questo dolce, il riso non deve disfarsi, ma mantenere una consistenza morbida ed al tempo apprezzabile. Potete usare un riso originario o balilla, ecc.