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Bufera in Usa: Facebook ha manipolato scambi di messaggi di 700 mila utenti

Creato il 29 giugno 2014 da Stivalepensante @StivalePensante

E’ uno studio condotto da ricercatori e dal social network della Cornell University e della University of California di San Francisco. La ricerca parla della manipolazione, da parte di Facebook, del flusso nello scambio di messaggi di oltre 700 mila utenti, usate come cavie del tutto inconsapevoli. L’intento era semplicemente quello di condurre uno studio sul “contagio emozionale”.

(tecnoandroid.it)

(tecnoandroid.it)

L’obiettivo della ricerca: verifica sui messaggi inviati e condivisi. L’intento dello studio, condotto per una settimana nel 2012, era quello di verificare quanto il tono dei messaggi inviati e condivisi attraverso Facebook, fossero in grado di modificare le emozioni di chi li riceve. Per riuscire nell’obiettivo Facebook ha così alterato l’algoritmo usato per “postare” messaggi agli utenti finali.

La pubblicazione dello studio. Lo studio è apparso sull’edizione del 17 giugno scorso della rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, ha avuto lo scopo di verificare se il numero di termini positivi o negativi nei messaggi riusciva ad influenzare in un senso o in un altro gli aggiornamenti dello status di chi li riceveva. In effetti, dopo l’esposizione ai testi manipolati le 700.000 “cavie utenti” modificavano il loro status esattamente a seconda del tono dei messaggi positivi.

I risultati dello studio: gli stati emotivi vengono trasferiti da un utente all’altro. “Gli stati emotivi possono essere trasferiti agli altri attraverso un contagio emotivo, portando la gente a provare le stesse emozioni senza la loro consapevolezza”, per cui, “questo prova che le emozioni espresse da altri su Facebook influenzano le nostre, fornendo la prova sperimentale di un contagio su larghissima scala attraverso i social network” hanno concluso gli autori.

Gli studi passati sulle influenze di Facebook. In precedenza altri studi comportamentali erano strati condotti sulla base dei dati raccolti su Facebook, ma analizzando semplicemente il flusso naturale e non, come è stata fatto in questa occasione per la prima volta, alterando i dati per registrare le reazioni. Facebook sostiene che lo studio e’ legale ma negli Usa molti si sono chiesti se sia etico.


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