Bulgaria. Kerry a Sofia per minore dipendenza energetica da Mosca

di Giacomo Dolzani

Il segretario di Stato Usa, John Kerry, si è recato ieri in visita ufficiale a Sofia dove ha avuto un colloquio con il presidente bulgaro, Rosen Plevneliev, il premier, Boyko Borisov ed il ministro degli Esteri, Daniel Mitov.
Argomento centrale della discussione sono state le politiche da adottare per un’emancipazione della Bulgaria da Mosca, soprattutto in campo energetico, in quanto la repubblica ex sovietica dipende dalla Russia per l’85% delle sue forniture di gas, l’impianto di Kozloduy, unica centrale nucleare del paese che supplisce per oltre il 32% del fabbisogno nazionale di energia elettrica, è alimentato interamente da uranio russo e la compagnia moscovita Lukoil è la proprietaria dell’unica raffineria attualmente in funzione in Bulgaria.
Il peso politico esercitato dal Cremlino, forte di questa situazione, costituisce quindi un grande problema per Sofia, la quale vuole costruire il proprio futuro nell’Unione Europea (della quale è membro dal 2007) ma che in questo momento, in seguito alla crisi in Ucraina con l’invasione russa del Donbass e l’occupazione della Crimea da parte delle truppe inviate da Putin, con Mosca si trova in pessimi rapporti, ponendo la Bulgaria tra due fuochi.
La visita di Kerry è proprio finalizzata a far intendere al governo bulgaro che non è da solo e che questa situazione così gravosa può essere alleggerita; uno dei progetti di cui si è discusso per fornire una fonte di gas naturale alternativa al metano russo è infatti una tubazione che si collegherà al gasdotto Tap in Grecia e che consentirà al gas azero di fluire anche verso la Bulgaria, opera il cui valore strategico incrementato ulteriormente dall’annullamento del progetto South Stream, il grande gasdotto che, passando sotto il Mar Nero, avrebbe dovuto portare il metano russo in Europa transitando proprio attraverso il territorio bulgaro.

da Notizie Geopolitiche