La scorsa settimana è arrivata la notizia degli arresti domiciliari per i tre baby vandali che l’8 gennaio avevano devastato un treno diretto a Saronno e che poi avevano tentato di violentare una coetanea in un raptus di follia; una sentenza che sicuramente ha lasciato l’amaro in bocca a molti. A distanza di pochi giorni il fattaccio della 13enne disabile aggredita a sassate da alcuni bulli a Milano; la polizia locale sta indagando e stanno uscendo i primi nomi. Questa volta il problema non va aggirato e serve un reazione da parte degli organi giudiziari che sia d’esempio per tutti.
I FATTI DELL’8 GENNAIO – Sono i primi giorni del 2015 quando tre ragazzini tra i 15 e 16 anni decidono di marinare la scuola per recarsi in un treno della compagnia Trenord alla stazione di Saronno Sud. Qualcosa scatta e i tre iniziano a devastare la carrozza, scuoiando i sedili, rompendo vetri e usando gli estintori in un raptus di pura follia. Il gruppetto scappa prima che il personale riesca a fermarli e, per la cronaca, i danni al treno sono troppo ingenti per permettergli di proseguire. Tra di loro c’è anche una ragazzina che li accompagna fino all’appartamento di uno dei ragazzi, dove viene in seguito costretta nonostante volesse andarsene e minacciata di violenza sessuale. La ragazza comunque si libera e chiama prima il padre e poi i carabinieri. Per i tre ragazzini ci sono “solamente” i domiciliari.
L’AGGRESSIONE DI DOMENICA - L’altro fattaccio avviene sempre a Milano, e più precisamente domenica 24 maggio, in un’area verde lungo via Gonin, nel periferico quartiere Lorenteggio. Verso le 20 una ragazzina, mentre sta giocando con alcune coetanee, viene prima sbeffeggiata da alcuni bulli della sua classe, i quali poi la colpiscono ripetutamente alla schiena con dei sassi. Già mercoledì gli agenti sono intervenuti a scuola per sentire alcuni degli alunni sull’accaduto e per scoprire i nomi dei responsabili. Tra coloro che hanno già ammesso di aver compiuto l’aggressione ci sarebbe anche un ragazzino di 14 anni, e per tale motivo imputabile, che potrebbe dover rispondere di ingiurie, lesioni e atti persecutori. Secondo la madre questi non sarebbero stati i primi atti di bullismo subito dalla figlia.
URGE NON LASCIAR CORRERE – Su Retrò avevamo già parlato del problema del bullismo e del cyber-bullismo in un altro articolo a novembre, ricordando che non è certo un problema nuovo e che come tale va affrontato:
” La realtà dei fatti è che il bullismo è sempre esistito ed esisterà sempre, evolvendosi insieme a chi lo mette in atto. È inutile scaricare le colpe sulla generazione successiva di ragazzi (che agli occhi dei “più grandi” pare ogni volta più degradata rispetto alla propria) per dei fatti e delle situazioni che si ripetono ciclicamente, magari assumendo altri nomi o in ambienti diversi da quello scolastico.”
Ora più che mai ci sentiamo di ripetere queste parole. Il problema dei bulli non nasce certo oggi, anche se è cambiato nel corso degli anni nei modi in cui si manifesta; ciò che deve cambiare veramente è però il modo in cui viene affrontato. Molto spesso gli insegnanti chiudono più di un occhio, fingendo di non vedere quelli che sono qualcosa in più di semplici ragazzate, e che rischiano seriamente di solcare la psiche di una persona. Altre volte invece la colpa è dei genitori, super-permissivi o convinti di avere dei figli incapaci di compiere certe azioni. Ecco perché questa volta serve una punizione esemplare per chi è imputabile e per chi sarà giudicato colpevole; non basterà la classica scoppola, la classica pena “all’italiana” che in poco tempo fa tornare tutto come prima. Che si puniscano seriamente i responsabili senza glissare la faccenda con “tanto so’ ragazzi”, che si affronti per una volta il problema del bullismo come qualcosa di serio. Questa volta non deve finire, come si suol dire, “a tarallucci e vino”.
Tags:bulli,gang,lorenteggio,saronno,stupro,Trenord,Vandali,violenza
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