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Buon Blogeanno a me

Da Lazitellaacida
Sono passati 3 anni da quella sera di giugno in cui giocava la Nazionale e io avevo appena ricevuto un messaggino dalla Pertica (sono le lettrici della prima ora si possono ricordare di lui, ciao Pertica, è stato bello) e in preda all'euforia ho pensato “massì apriamo un altro blog dove scrivo quello che mi pare”. E così, complice il calo di lavoro di quel periodo, ho cominciato a produrre post che a rileggerli ora provo la stessa cosa che prova la Ferragni quando si rivede con i jeans di Richmond. Vivevo in condivisione in un appartamento a nord di Milano con un ragazzo di Sondrio e un gatto (valtellinese anch'esso). Lavoravo in un'azienda giovane e divertente, ma con molti difetti. Il padrone di casa aveva una cotta per me che sarebbe diventata un BEL problema un annetto dopo. Ero single ma la cosa non rappresentava un problema (essere single non è una malattia, certa gente dovrebbe capire che avere il fidanzato non risolve i problemi, semmai ne aggiunge degli altri). Da quel giugno 2010 poi ho cambiato lavoro una volta e casa due. Sono uscita con una manciata di uomini, fidanzata con due, lasciata con uno. Sono andata a New York, Fuerteventura, in Croazia in barca a vela e in Sicilia (in aereo). Ho scritto 3 Cazzomimetto Matrimoni, 1 per la laurea, 3 post sugli Oscar, 5 sul Met Gala, 5 sui Golden Globes, 1 sulla convivenza tra uomo e donna (che detiene il record di like assoluto). Matiseivista.com in totale ha ricevuto 1.069.443 visite e 2.595.325 visualizzazioni di pagina. Il blog che mi ha portato più visite in assoluto (dopo Facebook, Google e quella roba lì) in questi 3 anni è di quella BIRBANTE di vitadastronza.com, mia (ex) collega e amica che con sconfinato coraggio e pazienza sta costruendo casa, studiando per la specialistica e contemporaneamente -forse- CE LA FARA' PURE A SPOSARSI (in rosso, a quanto pare, ma io son qua per fermarla). Il post più letto di questi 3 anni è del 2010, molto politicamente scorretto e sul quale la gente si sente ancora in dovere di dire qualcosa, seguito a ruota dal celebre Cazzomimetto Matrimoni 2012 e da una consultatissima Guida ai capelli corti, sempre del 2010. Statistiche a parte, il post che ho scritto più o meno senza pensarci molto ma che ancora riceve commenti piccatissimi (o mail molto viril) è quello sugli uomini bassi, che evidentemente hanno un orgoglio inversamente proporzionale alla loro altezza. Ancora oggi non è chiaro che io in quel post volevo dire che a me gli uomini bassi PIACCIONO, sono loro che si sentono intimiditi e non io che mi vergogno. Il post che ho scritto più terapeutico è stato certamente “Questa storia qua”, che ancora adesso medito di depubblicare, un po' per la quantità di fatti privati contenuti, un po' per timidezza. Ma la verità è che condividere i dolori e comunicare il proprio malessere è l'unica maniera per uscirne e guarire, quindi per ora lo lascio lì ad imperitura memoria della mia e di tutte le storie che sono finite perché il destino ha voluto così. Avere un blog è un po' come avere sempre un album fotografico della propria vita a disposizione. Rileggere qualcosa scritto anni fa è come rivedere una vecchia foto, con la differenza che la scrittura è molto più pervasa da emozioni, molto più attiva di una foto. In foto, l'apporto del soggetto è minimo e la foto viene scattata da qualcun altro. Lasciare un pezzo scritto in rete è peggio che inciderlo sulla pietra. A rileggersi, ci si ricorda esattamente come si era, dove si stava, a che cosa si stava pensando in quel momento e addirittura quali sono i processi logici che hanno portato alla produzione di certi post. Come detto ultimamente in un'intervista, non avevo idea 3 anni fa di dove mi avrebbe portato il blog. Non ne avevo idea allora e non ce l'ho adesso. Non mi ha portato da nessuna parte, non sono diventata la nuova Ferragni, non ho mai pensato di volerlo diventare. Senza alcuna vergogna riconosco che sì, magari avrei voluto che qualcuno, qualcuno di importante, qualcuno di serio, mi dicesse “sei brava a scrivere, vieni a scrivere per noi” ed è forse per quello che ammiro così tanto i blogger ai quali è andata esattamente così. La verità è che se non è successo forse è perché non doveva succedere (o perché poi alla fine non scrivo così bene come un certo ambiente si aspetta). Poco male, io son donna di poche pretese, provinciale fino al midollo e mi accontento di quello che ho, di aver fatto la conoscenza di una manciata di lettrici, di aver saputo che in Certi Ambienti (come i press office, come quelli della tv e come forse pure quelli della Radio) mi leggono e di sapere che ora pure il mio capo mi legge. Volevo solo ringraziarvi. Non ho idea di come andranno avanti le cose, se questo blog crescerà ancora con me (confesso onestamente che forse il nick Zitella Acida certe volte mi imbarazza, ad esempio ieri, quando hanno letto un mio tweet al Summit del Lusso che si è tenuto a Milano) e diventerà vecchio con me. Se un giorno mi sposo diventerà un wedding blog e poi forse una mommy blogger. E poi forse imparo a cucinare e allora divento una food blogger. Lo so, spesso penso che forse tutta questa cosa del nascondere l'identità non abbia nemmeno più senso, molti sanno chi sono, dove lavoro e pure di dov'è il mio fidanzato (bene, così me lo controllate!). La verità che è in rete la mia identità è questa, ha molto più valore ormai dire che sono la Zitella piuttosto che dire che sono L**** (non ce la faccio, è più forte di me). Anzi, la verità è che io sono tutte e due. Sono la ragazza friulana e sono la donna milanese. Sono la blogger stronza e sono timida quando mi incontri per strada. Sono figa in foto ma non così figa in costume. Lavoro nella moda ma non come vorrei. Sono stronza con tutti e alla fine non lo sono con nessuno. Giuro, ora torno alle solite stronzate. Anzi, per non farci mancare niente, un bel BEAUTY post (diventerò una beauty blogger?). Grazie a tutti.

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