Andrea (Raoul Bova) ha trentotto anni: è bello, di successo e si rifiuta di crescere, continuando ad uscire ogni sera con una donna diversa. Le responsabilità sono, insomma, l’ultimo dei suoi pensieri. Un giorno, però, la bella favoletta di Andrea si infrange come uno specchio rotto quando una ragazza dai capelli rosa bussa alla sua porta: è la figlia diciassettenne di cui non ha mai saputo niente. Layla (Rosabell Laurenti Sellers – Femmine contro maschi) è venuta per restare, portandosi dietro anche Enzo (Marco Giallini – ACAB, Romanzo Criminale la serie), un nonno rock decisamente ingombrante. Non è difficile immaginare che la dolce vita di Andrea sarà irrimediabilmente sconvolta.
Edoardo Leo (Diciotto anni dopo) torna alla regia di una commedia romantica tenera, lieve, il cui scopo è far ridere, a volte amaramente, di una generazione che è proprio la sua, quella dei 35-40enni che tentano disperatamente di restare ragazzi, ancora lontanissimi dal pensiero di mettere su famiglia. È questo un tema molto caro a Leo che si trova a viverlo ed osservarlo, tanto da avere la consapevolezza che sia un fenomeno da indagare e che non ci sia “miglior modo di rappresentare questi momenti che attraverso la commedia.”
Edoardo Leo fa anche parte del cast ed interpreta il coinquilino di Andrea, un ragazzo disoccupato, che rappresenta l’altra faccia della medaglia: mentre il suo amico non pensa alla famiglia per scelta, lui è costretto, dalla situazione economica, a non pensarci a prescindere.
Buongiorno papà quindi racconta un rapporto padre-figlia molto particolare e difficile: i due sembrano praticamente coetanei, ma Leyla è pur sempre un’adolescente, con tutte le sue problematiche e la voglia di trovare un punto di riferimento su cui poter contare e, ovviamente, contrastare. La vita e la mentalità di Andrea ne sono sconvolte: “Ho scelto di lavorare su questa sceneggiatura” spiega Leo “per una naturale attrazione come regista per le storie che riguardano la famiglia […] quando un evento rompe gli equilibri”.
Un cast ottimo, particolarmente brillante per la scelta di Giallini, nato per fare il rocker (mai) in pensione. Uomini, quindi, che vogliono rimanere ragazzi, nonni che non accettano di non essere più giovani uomini e ragazzi che vorrebbero tanto una figura di riferimento, ma purtroppo non riescono a trovarla.
Buongiorno papà è una fotografia, uno specchio, un termometro. È puntata su di noi e sul presente. E quello che lo specchio mostra è una verità abbastanza spietata, su cui però, è pur sempre meglio ridere.
di Mara Telandro