Bastano le parole del Cavaliere dalla sinistra figura. Ogni commento sarebbe superfluo. Solo una riflessione: dobbiamo rassegnarci ad un lavoro senza diritti? ad un conflitto generazionale? La Cina e l’India sono i nostri punti di riferimento? A questo capitalismo disumano non c’è alternativa? I sindacati accettano questo? Che dicono in quella che sinistramente chiamano sinistra? Povera Italia… poveri noi italiani, rassegnati, intristiti, ammutoliti, rincoglioniti.
Ipse dixit: «L’intesa raggiunta è qualcosa che conforta, è assolutamente innovativa. Mi sembra un investimento utile e importante per il Paese perché rimette in produzione uno stabilimento simbolo della Fiat. Quindi lo giudico un accordo storico e positivo».
«Il problema della delocalizzazione riguarda tutta l’Europa. In Cina, India o nella Federazione russa la manodopera costa molto meno, da noi oltre 30 dollari l’ora. Là, invece, meno di un dollaro e i lavoratori fanno anche dodici ore e se c’è bisogno vanno in fabbrica anche il sabato e la domenica. Quindi è forte l’interesse delle aziende a spostare le produzioni».