Nel primo singolo intitolato “Pronti partenza via” del nuovo album in uscita il 5 febbraio prossimo Fabri Fibra parla di “bur(r)ocrazia”:
coda / timbro / firma / passa
burrocrazia
l’Italia si squaglia come
burro e pazzia
Supponete di essere INfelici possessori da due anni (segnatevi questo particolare) di un allaccio alla rete idrica e che nell’arco di questo tempo abbiate sempre pagato un acconto, che di sicuro è nettamente superiore ai consumi effettuati nel periodo, visto che vivete da solo, non possedete un acquario, non vi sollazzate in una vasca con l’idromassaggio, non irrorate un orto ricco di spezie e la casa che avete comperato è talmente piccola, che quando entrate con le buste della spesa, i metri cubi a vostra disposizione si dimezzano.
Ah, dimenticavo, stazionate nella vostra dolce dimora circa 10 ore al giorno, 7 delle quali dormite (e non riempite il materasso di acqua ogni notte) e le restanti tre non state ad alimentare cascatelle zen.
Ecco, supponete che capiti che nel vostro condominio abbiano la geniale idea di spostare il contatore dell’acqua dal cortile interno all’esterno dell’edificio, sul muretto lungo la strada, visto che la struttura risale a 20 anni fa, aveva bisogno di altri lavori edilizi/idrici, e quindi perché non approfittarne? E dite sì, più che per convinzione per non uscire feriti dalla riunione di condominio.
Avete supposto, e non uso la parola a caso, tutto questo?
Bene, allora sappiate che quello che, in ogni paese civilizzato e provvisto di rete idrica del mondo (non vale citare l’Africa dove le donne vanno a prendere l’acqua con l’otre sulla capoccia), viene chiamato comunemente “trasloco” del contatore, per voi diventerà una cessione e contestuale nuovo allaccio con il pagamento di tutte le tasse, come se non aveste mai avuto l’acqua in casa e poi, qui viene il bello, dovrete ricompilare tutti i documenti come se non foste mai esistiti sui loro database.
Vabbé, quanti saranno questi documenti?
Dieci pagine (10!) in formato A4 (il formato standard dei fogli per fotocopiatrice) dove andrà scritto per quattro volte (4!) il tuo nome e cognome, il codice fiscale, indirizzi vari e per 2 volte i dati catastali.
Tutti compilati con estrema precisione e minuzia, con la paura di sbavare o di dover cancellare, pena la non accettazione del plico, dopo una giornata di fila e bisticci all’ufficio di zona.
Quale oscuro motivo si cela nel fatto che vadano scritti quattro volte i propri dati anagrafici, se tanto tutti i fogli restanti sono sempre riferiti alla stessa persona? Non è dato saperlo.
Se poi non andate di persona c’è un foglio da aggiungere a quelli esistenti con i dati vostri (di nuovo!) e siamo a cinque (5!) e quelli del delegato al quale allegherete pure le fotocopie del vostro documento d’identità e di quello del delegato.
ANCHE SE NON RICHIESTO nell’elenco da consegnare, tra il vedere e il non vedere, ci aggiungete pure una fotocopia dell’ultima fattura che vi hanno spedito e del bollettino pagato con il timbro dell’ufficio postale. Loro non lo richiedono, ma visto che la foresta è già stata abbattuta per tutta la carta che serve, meglio abbondare.
Quando vai a consegnare tutti questi documenti li guardano per un microsecondo, li pinzano a caso senza manco controllare se hai compilato tutto e ti chiedono con molto interesse, guarda caso, i due fogli che hai aggiunto di tua iniziativa, dicendo tra l’altro al tuo “delegato” che se non li avesse portati non si sarebbe concluso nulla.
Riassumendo: nuovo allaccio due anni fa, avevano già tutti i dati, te li richiedono dopo due anni, gli stessi dati, per un trasloco di un contatore che al massimo è di una quindicina di metri, compili un tomo di fogli, spendi quasi duecento euro…
Come minimo dai rubinetti pretendo acqua frizzante, così l’idromassaggio lo faccio nella vecchia vasca che ho.