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Milton Erickson e la meditazione ...uno strano legame (delirio)

Da Genna78

Milton Erickson e la meditazione ...uno strano legame (delirio)

Milton Erickson e la meditazione ...uno strano legame (delirio)
Ciao,
riesci a leggere queste parole? puoi forse anche
ascoltare qualche suono che proviene dal luogo
in cui ti trovi...e forse puoi percepire molto bene
la temperatura del luogo, non è così? che cosa
sto facendo? i più  esperti avranno riconosciuto
il famoso "yes-set", una delle metodologie che
sono venute fuori studiano il lavoro di Milton
Erickson. Chi ha formalizzato questo come
tecnica ha visto più l'aspetto suggestivo che
non terapeutico di Mr. Hypnosis...
...si Erickson veniva chiamato anche così, visto
che è grazie a lui che oggi l'ipnosi è diventata
una vera e propria psicoterapia e non solo.
Come probabilmente saprai sono "cresciuto
a pane ed Erickson", ancora prima di finire
l'Università avevo già letto quasi tutti i libri
scritti su di lui (si perché Milton ci ha lascito
poco di suo pugno)... e sapevo già che avrei
fatto una scuola di psicoterapia ipnotica
ispirata proprio a lui.
Anche se il lavoro di Erickson appare molto più
semplici dei suoi colleghi del periodo (ti sfido a
leggere qualche libro della Gestalt o peggio di
psicoanalisi di quei tempi se non sei un collega;))
nella sua reale applicazione le cose non stanno
così. Il primo motivo sta nel fatto che Erickson 
era talmente bravo che sembrava non stesse 
facendo nulla ed il secondo è perché molti
confondono ciò che è suggestione da ciò che
è la pratica della psicoterapia ipnotica.
Partiamo da un assunto scientifico: se un tuo
cliente/paziente non vuole rispondere alle tue
suggestioni, non lo farà, anche se tu sei la
rincarnazione di Erickson;) Quindi tutte le
robe suggestive da film entrano a far parte,
dopo Erickson, della storia della ipnosi. Ma
ci sono molte persone che credono ancora
che la maestria ericksoniana stia proprio
nell'apprendere il suo modo di creare le
suggestioni.
Ok, ma torniamo al nostro bel "yes-set" che
giusto per spiegarlo meglio è una sorta di
ricalco della realtà immediata che chi ci sta
di fronte sta vivendo in quel momento con
una successiva "guida". In pratica ti dico ciò
che stai provando e dopo un po' inizio a
suggerirti che cosa provare. Quindi non è
altro che un modo più elegante per creare
delle suggestioni...ma siamo davvero così
sicuri che sia così?
Allora basta solo saper nascondere per bene
le suggestioni per fare terapia ericksoniana?
Bhe la mia esperienza dice proprio NO a questo
modo meccanico di vedere la terapia. Anche se
in alcuni contesti può essere utile e funzionare
non credo che l'intento di Erickson fosse quello
di nascondere a tutti i costi le sue intenzioni ma
spesso mi sono chiesto se non fossero i suoi
allievi a leggere i 10000 messaggi nascosti
che Erickson "disseminava"...
...così se mi segui sai che negli ultimi anni ho
iniziato a praticare la meditazione e ti ho anche
parlato più volte di come ho iniziato e di quelle
che secondo me sono le differenze fra "ipnosi"
e "meditazione". Due pratiche antiche quanto
l'uomo, visto che di ipnosi si parlava già nei
testi Egizi e di meditazione forse ancora prima.
Se come me hai iniziato a praticare quella che
oggi viene definita mindfulness ti sei anche
tu accorto di una cosa interessante?...
...cioè che lo "yes set" porta l'attenzione delle
persone nel qui  ed ora, proprio come fa la
meditazione? Una delle parole che trovi con
maggiore frequenza nelle trascrizioni delle
induzioni ipnotiche di Erickson è proprio la
famosa parolina "now", cioè "ora". E non ti
sembra una casualità abbastanza bizzarra
che il semplice concentrarsi nel presente
sia alla base della meditazione? Ti ho un
po' incuriosito?
Ora, la cosa più interessante è che forse tutto
ciò non è affatto casuale, forse Erickson aveva
intuito il potere trasformativo di far stare le
persone nel "presente". Si in un modo diverso,
con l'intento di indurre la famosa "trance" ma
questo è un aspetto del "primo Erickson" che
nel tempo cambia. Se infatti leggi le sue "opere"
ti accorgi quanto fosse direttivo nelle sue
prime sperimentazioni (molto più di quanto
non si possa immaginare dal "re" della
ipnosi indiretta).
Immagino già i paladini dell'ipnosi che cosa
stanno pensando "ma no Genna, oltre al fatto
di creare un buon ricalco guida, lo yes-set ti
permette di creare quel punto di fissazione
utile per la dissociazione ipnotica" mmmm
ne siamo davvero sicuri? Fai un esperimento:
prova a fare uno yes set ad un amico e
nota se ti sembra che entri in trance, ciò che
forse noterai probabilmente, è che lo
rendi via via più "presente"...
...a meno che tu non decida di riempirlo di
strani giochi di parole, come fanno i veri
invasati di PNL convinti che si possa in un
qualche modo creare "il pattern ipnotico
perfetto" in grado di manipolare la volontà
altrui con pochi gesti. "Riempire di pattern"
porta spesso alla famosa confusione ma se
questa non viene utilizzata serve a poco.
Infatti, se ci pensiamo bene, gli studi di Erickson
sono stati fra i primi a mostrare l'ipnosi o meglio
la trance ipnotica come uno stato di "apertura"...
non uno stato di obnubilamento della coscienza
ma proprio il suo opposto. Qualcosa di molto
lontano dalle convinzioni sul funzionamento
dell'ipnosi di quel periodo...quindi non uno
stato "zombie"...
...e non di sudditanza... ricordo ancora quando
qualche anno fa, mentre un mio paziente era
felicemente dentro la sua trance, è arrivata
una super scossa di terremoto (il mio studio
era a soli 30 km dall'epicentro). Ho visto la
stufa di pallet enorme accanto a me piegarsi
come un ramoscello sotto la tempesta. Il mio
paziente ha aperto gli occhi e mi ha detto:
"ehi c'è il terremoto, dobbiamo uscire"...
...era molto più presente di me, che invece ero
al mio "interno" a cercare di creare una buona
"induzione" per aiutarlo a raggiungere i vari
obiettivi che ci eravamo preposti. Chiunque ti
parli di ipnosi erkcsoniana ti dirà che invece
di "addormentare... l'ipnosi, ti sveglia". E non
ti sembra che anche queste affermazioni siano
qualcosa di molto simile alla meditazione?
dove il "risveglio" e la "presenza" sono le
pietre angolari dell'esercizio stesso?
Se mi segui sai quali sono i meccanismi che in
questi anni abbiamo scoperto e che in ci dicono
come "cura la terapia ipnotica" e che questi
c'entrano poco con la suggestione (anche se
pure la suggestione può servire). Sai che si
tratta di una riassociazione inconscia dove,
grazie alla trance, riusciamo a "fare ordine"
nel nostro magazzino inconscio e a rendere
più disponibili le nostre risorse personali.
E se oltre a questo ci fosse anche lo zampino
"della presenza"? dopo tutto se ci pensiamo è
qualcosa di ultra simile, sia come metodica
che come effetto (anche se diverso come ti
ho descritto in questo post sui gradi della
dissociazione) ad esempio per Michal Yapko
sono praticamente la stessa identica cosa,
anche se lui non lo ammette direttamente,
ma ti basta leggere il suo libro sulla
mindfulness per comprenderlo con
facilità.
Insomma, continuo ad utilizzare la mia
psicoterapia ipnotica perché ho seguito tutto
un training formale per  farlo, ma non smetto
di pormi domande su queste questioni, perché
molto spesso non lo so neanche io come faccio
a fare certe cose e ragionarci sopra, magari a
voce alta, insieme a te che potresti essere o un
esperto o un semplice curioso...bhe penso che
faccia bene...anche quando si mette in
discussione un colosso come Erickson;)
Le domande sono moltissime, anche se gli esperti
liquidano tutto con le differenze di dissociazione
che avvengono nelle due pratiche, come a volte
anche io ho iper semplificato su psinel. Ma è
innegabile che l'approccio di Erickson assomigli
più a quello di un maestro Zen che non a quello
di uno psichiatra degli anni 50! I compiti da
lui prescritti sembrano più "koan" che delle
prescrizioni mediche.
Tecnicamente possiamo vedere le "realtà ipnotiche"
di Erickson come delle "versioni virtuali" in cui il
paziente può esprimere se stesso. Creando degli
"ambienti psicologici sicuri" in cui poter agire le
proprie risorse inconsce per poi applicarle nella
realtà. Tutto questo ovviamente in linea teorica è
molto simile alla "presenza" che si crea con una
pratica di meditazione. In cui attraverso lo stato
disidentificato "vediamo i nostri pensieri che
ci scorrono davanti senza intervenire".
"Non vedi che è chiaro il fatto che si tratti anche
nella meditazione di una dissociazione?" Ok ma
questo non spiega bene la psicodinamica della
disidentificazione che è fenomenologicamente
diversa dalla dissociazione, come ho cercato
di sottolineare in questo post. Insomma il caro
e vecchio Erickson ha sempre qualcosa da
insegnarci, anche su qualcosa di cui forse
non aveva mai sentito parlare...inconscio
collettivo? ;)
Fammi sapere che cosa ne pensi di questo
delirio perché penso di aver messo sul fuoco
un bel po' di cibo per pensare. Lascia un
commento qui sotto e se ti è piaciuto il
post clicca su mi piace ed aiutami a far
conoscere queste idee.
A presto
Genna
 


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