di Piero Tieni
Saltate le prime dieci, quindici pagine di un qualsiasi giornale nazionale, dedicate integralmente alla penosa uscita di scena dei nostri ex minicampioncini del mondo; lasciando stare le stroncature alla Canalis-attrice per le sue performances televisive americane (provenienti per la maggiorparte da altre donne...); dimenticata la rovinosa caduta di Lady Gaga; possiamo (purtroppo) tornare ad occuparci del pane quotidiano, anzi, delle pene quotidiane a cui guarda questo blog.
Uno alla volta stanno franando i pilastri sabbiosi su cui poggiava il consenso del Governo. I Totem intoccabili erano: abbiamo tolto la spazzatura da Napoli (e quella ritorna non solo a Napoli ma invade pure Palermo), abbiamo ricostrito l'Aquila a tempo di record (e l'unico edificio che sembra davvero stare impiedi è quello del malaffare della Cricca); siamo il governo del fare. Vediamo.
Già destava qualche sospetto il fatto che ci dovesse essere un Ministro per l'Attuazione del Programma di Governo, che di nome fa Rotondi (chi?) - Per inciso, solo Veltroni seppe far peggio, nominando un Ministro Ombra per l'Attuazione del Programma di Governo, un signore cioè che doveva controllare che Rotondi controllasse che i Ministri facessero il proprio lavoro... -
Ciò detto, già il ruolo di questo Dicastero strideva un po' con la tanto sbandierata efficienza amministrativa. Che vuol dire controllare l'attuazione del programma? Che Rotondi (nomen omen...) la mattina fa il giro dei Ministeri e chiede conto del lavoro fatto il giorno prima? E cosa fanno le segretarie e tutti gli impiegati (stipendiati) che sono alle sue dipendenze? Chiedono i conti a Tremonti e lucidano la bacchetta di Brunetta? Non si capiva bene.
Qualche giorno fa poi, approffittando dell'imbambolimento generale che il calcio mondiale produce, era stato nominato in tutta fretta l'ennesimo Ministro, Aldo Brancher, ancora un ex dipendente Fininvest elevato di rango: nientemeno che Ministro per l'Attuazione del Federalismo!
E ci siamo chiesti: ma visto che un Ministro per il Federalismo c'è già (Bossi) e visto che il Federalismo è già nel programma di governo e appurato che c'è già un Ministro per l'attuazione del programma di governo, a che cacchio servirà mai un ministro per l'attuazione del federalismo?
Adesso è tutto chiaro.
Ormai la spudoratezza, la mancanza di qualsivoglia vergogna, l'arroganza e il menefreghismo stanno diventando per questo governo quello che Belèn è per la Tim: la facciata principale. Solo che qui non è affatto un bel vedere.
Magazine Politica
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