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C’è un BIRDMAN in ognuno di noi

Creato il 07 febbraio 2015 da Oggialcinemanet @oggialcinema

Il commento di Antonio Valerio Spera

Summary:

Accolto con entusiasmo all’ultima Mostra di Venezia e fresco di ben 9 nomination agli Oscar, Birdman segna il ritorno al grande cinema di un divo quasi dimenticato come Michael Keaton ed il passaggio per il messicano Alejandro Gonzalez Inàrritu ad atmosfere decisamente meno cupe e drammatiche rispetto a quelle che da sempre hanno caratterizzato la sua produzione. “Dopo molti film drammatici avevo voglia di buttarmi in qualcosa di nuovo e di diverso. Volevo allontanarmi dalla mia comfort zone”, ha dichiarato il regista al Lido. A distanza di quattro anni dal suo ultimo film, quel Biutiful in cui indagava nel dolore di un uomo malato alla ricerca di un significato per la sua esistenza, il regista messicano ha deciso di spostare il suo sguardo verso una cifra narrativa da black comedy, capace però, anche in questo caso, di scrutare con profondità nei sentimenti umani e nelle dinamiche relazionali. Questa volta il protagonista della storia è un attore non più giovanissimo, Riggan Thomson, che da più di vent’anni ha lasciato i panni del supereroe che gli aveva dato fama internazionale (Birdman, appunto) ma che non riesce a slegarsi da quell’immagine nel persistente tentativo di rilanciare la sua carriera sui palcoscenici di Broadway.

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Un film sulla condizione di un uomo in bilico tra passato e futuro, tra “fantasmi” e realtà, ma che tratta tematiche quali la fama e il rapporto cinema-teatro, offrendo un’immagine chiaro-scurale di Hollywood e dell’industria cinematografica in generale. Non è un caso che Inàrritu abbia scelto proprio Michael Keaton per il ruolo principale. Un attore che dopo i due Batman di Tim Burton ha stentato a rimporsi con forza sul grande schermo. “Sicuramente questo ha influenzato un po’ la mia scelta – ha affermato il regista – ma Michael era perfetto per il ruolo soprattutto perché avevo bisogno di un attore capace di sfumature tra il comico e il drammatico. Per me era l’unico attore possibile”.

Girato in (quasi) un unico piano sequenza, Birdman è stato definito dallo stesso autore un film sperimentale, una vera e propria sfida, che Inàrritu ha preparato in ogni minimo dettaglio, anche nella direzione degli attori, dai quali ha preteso meticolosità e precisione. “Questo film mi terrorizzava”, racconta Emma Stone, che nel film interpreta la figlia di Riggan. “Quando riuscivamo a portare a casa una sequenza era una festa”, dice scherzando Edward Norton, che dà volto e voce al talentuoso attore della pièce che Riggan vuole portare in scena. A confermare la loro sensazione è anche lo stesso Keaton: “Alejandro ci ha inserito in un progetto coraggioso, molto difficile, se vogliamo anche pazzo”. Un lavoro complicato, dunque, che però ha dato i suoi frutti, portando tutti e tre gli interpreti alla nomination agli Oscar. Una statuetta che, se vinta, darebbe sicuramente a Keaton il via ad una nuova carriera, finalmente lontana dal costume dell’uomo pipistrello burtoniano: “Batman per me non ha rappresentato quello che Birdman ha rappresentato per Riggan, però sicuramente ha avuto un peso importante”, dice l’attore, che infine sottolinea: «Tutti abbiamo un Birdman dentro di noi, ma bisogna trovare il modo di gestirlo per riprendersi pienamente la propria vita”.

di Antonio Valerio Spera per Oggialcinema.net


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