Fammi vedere la tua ultima bolletta
Bussano forte alla porta. Apro e trovo un ragazzo sulla trentina, giacca e cravatta, che mi chiede di vedere la bolletta della corrente elettrica perché deve farmi lo sconto. Siamo a Cagliari, dopo un servizio televisivo visto da milioni di persone e anche da me. La tecnica è la stessa, proprio identica a quella che qualche tempo fa è stata denunciata (per così dire) nella trasmissione Le Iene. Penso questo mentre lo sento parlare e mi rendo conto che ho voglia di cucinarmelo a fuoco lento, questo venditore porta a porta di enciclopedie elettriche.
Lui parla come un carroarmato, veloce e sicuro come un killer. Ci mette 20 secondi a completare la frase fatta. Quando ha finito gli dico che le cose che mi ha appena detto le ho già viste e sentite alle Iene. Che ha detto esattamente le stesse parole, con la stessa velocità: l’unica differenza è l’accento sardo del sud.
Rimane di sasso. Ma solo per 20 secondi. Perché poi, a testa bassa, torna alla carica. Mi rigira la frittata, spiegandomi che quelli pizzicati dalle Iene non sono loro, poi però mi fa il nome del tizio beccato a Milano, come se lo conoscesse, come se fossero amici, come se ci fosse una specie di confidenza tra lui e tutti quelli del suo mondo che io non posso capire, perché loro sono loro e io non sono nessuno.
Nel frattempo io faccio scaldare la graticola. Poi ce lo metto sopra e lui ci salta su come un canguro: e va bene, ammette, “io sono della E… e se non faccio e dico queste cose col cavolo che la gente mi ascolta e mi fa entrare“. Mi dice che solamente una persona su cento è razionale, ma che tutti gli altri sono emotivi e che sull’emotività bisogna giocare per strappare contratti, tanti contratti, tutti quelli possibili.
“Se non dico queste cose, prosegue, la signora di 50 anni mi sbatte la porta in faccia e io non vendo. Invece io vendo moltissimo in questo modo, arrivo a guadagnare anche 2500 euro mensili“. Certo, conclude, “non farei mai sottoscrivere un contratto a una minorenne“.
Quando gli parlo di correttezza e regole e leggi mi guarda come fossi un vecchio parruccone moralista. “Io ho degli obiettivi - dice - e li devo raggiungere, a qualunque costo“. Gli spiego che non lo sto giudicando, che secondo me questo modo di lavorare, nel medio periodo, non conviene ai venditori, perché li brucia: vi state scavando la fossa da soli, obbedendo a chi vi istruisce a fare queste cose. Fate come i venditori di enciclopedie degli anni 80. Pensavi di avere comprato un librino da 20 mila lire e ti trovavi a pagare una enciclopedia da un milione.
Quando lo accosto al venditore di enciclopedie abbassa la testa, sembra quasi abbattutto. Ma non è così: torna all’attacco spiegandomi: per colpa dei venditori di enciclopedie noi oggi siamo costretti a dire queste cose: sono loro che hanno distrutto la fiducia della gente!”
Io lo incalzo: gli dico che il suo lavoro ha le ore contate, che appena la gente capirà il loro giochino non riusciranno più a lavorare. Accusa il colpo e mi rivela: “ma io ho un ufficio, ho delle persone che lavorano per me, io non sono come i miei colleghi appena arrivati, io lavoro già da un anno“.
Sta mentendo, perché tre minuti prima mi ha detto che al posto in ufficio “ci sto per arrivare“.
A questo punto mi fermo. Mi giro e schiaccio il pulsante per aprire il portoncino del condominio. Lo libero. Che senso ha accanirsi su questo ragazzo che fa il venditore d’assalto sognando un lavoretto normale, in un ufficio normale, in una città normalissima?
Alla fine, mi dico, il problema non è lui, ma la gente, questa nazione bambina piena di pinocchi che, quando il gatto e la volpe bussano alla porta, li lasciano entrare.
O no?
Le Iene – TOFFA: Porta a porta energia elettrica – Video Mediaset.