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Calcio scommesse : interrogato Doni a Cremona. Nel mirino degli inquirenti alcune partite della Serie A , presto iscritti nel registro degli indagati altri giocatori.

Creato il 12 gennaio 2012 da Nottecriminale9 @NotteCriminale
Giuseppe Parente Calcio scommesse : interrogato  Doni a Cremona. Nel mirino degli inquirenti alcune partite della Serie A , presto iscritti nel registro degli indagati altri giocatori.Le indagini, sapientemente svolte, in un contesto tutt’altro che facile, dai magistrati di Cremona, sul calcio scommesse, confermano, senza ombra di dubbio, anche il coinvol-gimento di alcune squadre della massima seria del campionato italiano, come già ipotiz-zato nelle scorse settimane. 
Il procuratore di Cremona, Di Martino, al termine dell’interrogatorio del giocatore dell’Atalanta Cristiano Doni, durato oltre tre ore, ha di-chiarato : “ ci sono tanti accertamenti positivi che confermano certe situazioni, anche in riferimento alle nuove partite di serie A; presto ci saranno anche nuove persone iscritte nel registro degli indagati, ma bisogna rispettare i tempi tecnici". 
Nel corso del lungo interrogatorio, Cristiano Doni, davanti agli inquirenti, ha raccontato la sua versione dei fatti circa l’episodio del rigore calciato durante la partita di calcio dello scorso campionato di serie B tra Atalanta e Piacenza, affermando che vi era un patto con il portiere del Piacenza Cassano, in virtù del quale, un eventuale calcio di rigore ( arrivato puntualmente grazie ad un fallo del difensore Gervasoni) sarebbe stato tirato forte e centrale, come realmente è capitato. 
Per dovere di cronaca ed amore della verità, la partita terminò con il punteggio di 3 a 0 per la squadra orobica. Cristiano Doni, ha voluto ribadire, nel corso dell’interrogatorio di non essere un calciatore corrotto, in quanto ritiene di non aver mai fatto nulla contro la sua squadra, come normalmente fanno i giocatori venduti, anzi ha sempre giocato per vincere. 
Anche il suo avvocato, Salvatore Pino, ha sottolineato come il calciatore abbia confermato gran parte di quello che aveva già detto al gip, esprimendo inoltre l’intenzione di collaborare e per quanto riguarda Atalanta Piacenza, Doni ha saputo che c’era in atto la combine, dopo che gli accordi, in questo senso, erano stati già presi, quindi non è lui l’organizzatore. 
Il suo errore, secondo l’avvocato Pino, è quello di non aver detto nulla alla società, non aver denunciato il tentativo di combine, unicamente al fine di agevolare la vittoria dell’Atalanta ed il suo ritorno in massima serie, dopo un campionato difficile di serie B. 
Questo grave errore è stato l’unico suo passo falso. Nell’Atalanta Doni non era uno dei tanti giocatori, era il capitano e la bandiera, Bergamo era il suo mondo. Mondo che dal suo capitano e bandiera ha ormai preso le distanze.

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