Le calze elastiche vanno indossate preferibilmente prima di alzarsi dal letto o comunque su gambe che non presentino gonfiori, poiché l’azione terapeutica è quella di favorire il ritorno venoso, eliminare i sintomi quali la pesantezza e mantenere gli arti inferiori privi di edema. Esse esercitano anche un’azione preventiva per la comparsa delle complicazioni dell’insufficienza venosa (flebiti superficiali, trombosi venose, ulcere) ma non sono in grado di curare tali complicazioni nelle fasi acute.
Il tutore elastico terapeutico non va comunque mai usato senza la prescrizione del medico.
La compressione degli arti inferiori con la calza deve essere associata alla mobilizzazione (più ci si muove e si cammina più la terapia compressiva ha effetto) per ottenere i risultati migliori.
E consigliabile indossare dei guanti in lattice prima di infilare le calze, poiché in questo modo non si rischia di rovinare il tessuto e si fa meno fatica ad indossarle.
Se la calza è a punta aperta, si deve infilare prima di tutto il calzare sul piede per favorirne lo scivolamento verso l’alto; il calzare è in dotazione alla calza stessa e deve essere rimosso una volta indossato il tutore. Le gambe dovranno essere asciutte; è consentito eventualmente l’utilizzo di un poco di borotalco per rendere la superficie cutanea più liscia e favorire lo scorrimento della calza.
Si possono utilizzare due sistemi per indossare le calze compressive:
a) si infila una mano nella calza per andare ad afferrare il tallone, così è possibile rovesciare la calza fino al tallone stesso; si inserisce il piede e poi si svolge la calza verso l’alto;
b) si fa scorrere piano piano la calza portandola verso l’alto un po’ per volta, accompagnando il tessuto senza tirare troppo. Si farà attenzione a distribuirla in modo uniforme, evitando zone dove più fibre si sovrappongono (creando iperpressioni) o zone dove le maglie sono troppo stirate.
Il modello a gambaletto non deve essere tirato troppo in alto a coprire una parte del ginocchio, o addirittura rovesciarne l’orlo verso il basso, perché così si possono creare costrizioni dolorose e dannose per il ritorno venoso.
La calza si toglierà alla sera oppure prima del riposo, poiché di solito non è tollerata a letto, afferrandola in alto e spingendola verso il basso, rovesciandola poi con delicatezza.
Le prime volte, dopo aver messo la calza, si potrà avvertire la sensazione di gambe molto costrette, ma basterà avere un po’ di pazienza e presto ci si sentirà a proprio agio; anzi, di solito chi soffre di insufficienza venosa agli arti inferiori non potrà più fare a meno della calza una volta abituato a portarla.
Come farle durare più a lungo
Una corretta manutenzione esalta le qualità terapeutiche delle calze e ne prolunga la vita, in questo modo una calza indossata quotidianamente può durare 4/6 mesi a seconda anche della qualità dei filati utilizzati. I consigli da seguire sono:
a) Lavare spesso la calza (lavaggi frequenti non danneggiano il tessuto) usando acqua tiepida e sapone neutro.
b) Non usare la lavatrice.
c) Non usare solventi o candeggianti.
d) Dopo il lavaggio sciacquare abbondantemente con acqua tiepida
e) Non strizzare o asciugare per esposizione diretta al sole, sui radiatori o vicino a fonti di calore.
f) La calza deve asciugare distesa su un piano, possibilmente tra due panni asciutti.
ln caso di danni al tessuto della calza, come smagliature o recisioni della maglia, essa deve essere sostituita.