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"Cambia il mestiere di mamma? Dai manuali novecenteschi alle mamme blogger"

Da Farmacia Serra Genova
Nell'ambito dell'iniziativa La storia in piazza che si e' svolta a Genova lo scorso fine settimana ho avuto il piacere di poter assistere ad un incontro con la storica Marina D'Amelia, docente di storia moderna all' università la Sapienza di Roma, con il  tema "Cambia il mestiere di mamma? Dai manuali novecenteschi alle mamme blogger".
Sentire affrontare la maternità come un "mestiere" mi ha fatto riflettere non poco sul mio punto di vista ed è stato molto interessante scoprire le origini di questa definizione.
Questa interpretazione  prevede l'accudimento e l'educazione dei figli da parte della madre e non più  una delega ad altri di questi compiti.
Il primo a parlarne fu Rousseau nel XVIII secolo seguito però solo da qualche uomo. Le donne rimanevano ancora molto lontane da questo concetto.
Nel secolo successivo inizia a  diffondersi la produzione di manuali per dare  linee guida di comportamento che troveranno poi un vero e proprio boom nel novecento.
Questi nuovi libri di consiglio saranno rivolti per lo più alla pratica delle nuove norme igieniche che si stanno diffondendo nel mondo occidentale.
Si parlerà poi di "ideologia" della maternità  intesa come dedizione assoluta ai figli al fine di una loro miglior crescita ed ogni espressione femminile deve essere rivolta alla perfezione in quella direzione.
Dopo la seconda guerra mondiale questa come molte  altre ideologie entrano in crisi ed inizia a comparire un desiderio di naturalità e maggiore semplicità educativa uscendo un poco dalle regole che hanno dominato fino a quel momento.
Questo desiderio sfocia nel XXI secolo nella condivisione delle proprie esperienze non solo ai giardinetti ma anche sul web.
Quindi si ha una grande fioritura di blog dove le  mamme si mettono  in discussione  e soprattutto  viene data una interpretazione molto personale sulla quotidianità.Spesso  rappresentano  un modo carino di lasciare una traccia del sė.
Questo nuovo mezzo ha così successo perché si adatta bene ai tempi infantili, spesso si scrive di notte o quando i piccoli dormono e se si vuole anche in forma anonima.
E' intesa come  una valvola di sfogo e un luogo dove ci si può ribellare agli stereotipi senza sentirsi criticate. Sicuramente emerge un desiderio di autonomia gestionale rispetto ai propri genitori che sono molto spesso criticati e non condivisi.
Vi troviamo una profondo disaccordo con la generazione precedente come mai era avvenuto prima.
Ci si sta avviando verso uno stadio di coinvolgimento sociale diverso. Si sta entrando in una fase successiva un po' stufi di  blog che parlano solo di panni e pappe e allattamento ma che sta evolvendo in una donna non solo più come madre.
Si passa quindi alla visione del web come una opportunità di riciclo personale o di espressione diversa.
E'  stata fatta una mappa assai dettagliata di questo nuovo modo di interpretare la comunicazione della maternità ed è stato molto interessante vedere la preparazione approfondita  di una storica sulle mamme che usano la rete come mezzo di comunicazione e condivisione della propria esperienza.
Sicuramente sentire parlare Marina D'Amelia, studiosa di maternità dal XVII secolo in avanti, mi ha fatto pensare a quanto sia cambiata la figura della mamma nel corso degli ultimi secoli e di quanto certe sfaccettature del passato siano sconosciute a chi vive il nostro tempo.

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