Magazine Diario personale

Cambio di paesaggio

Creato il 24 settembre 2014 da Aletonti

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Nessuno l’aveva previsto; non il servizio meteo e neanche i bagnini. Io stesso ero uscito sul balcone di casa appena 5 minuti prima che il vento iniziasse a fischiare e non avevo notato nulla che potesse far pensare all’arrivo di questa specie di tifone. Poca pioggia ma un vento che soffiava dagli 80 ai 100 km all’ora.
La stagione è già ufficialmente finita. Se tutto ciò fosse accaduto un paio di settimane fa qualcuno avrebbe chiesto sicuramente lo stato di calamità. Danni ce ne sono stati, eccome, soprattutto alle cose. Qualcuno è stato tratto in salvo prima che il fiume se lo portasse via, ma in generale il peggio l’hanno avuto piante, automobili e le attrezzature degli stabilimenti balneari che in questi giorni stavano “sbaraccando”. Ho saputo di alcuni bagnini che non sono nemmeno riusciti ad uscire dal “gabbiotto” in cui dormono, tanta era la forza del vento. E quegli stabilimenti che ancora avevano lettini e ombrelloni (per qualche vacanziero ritardatario ma anche per i pallidi indigeni, allettati dalle ultime belle giornate di sole), se li sono ritrovati a centinaia di metri di distanza.
Una fortuna che sia successo solo adesso? Oppure lo si deve considerare come il carico di briscola che questa stagione spietata ha voluto calare sul tavolo già abbandonato da quasi tutti i giocatori?
Poi c’è la faccenda del paesaggio. Ci sono scorci e angoli che cambiano per sempre. All’inizio non ci facciamo molto caso, impressionati da questi tronchi in posizione innaturale (orizzontale oppure obliqua) che ci trasmettono un senso di catastrofe, ma una volta rimossi che cosa ci aspetta? Un leggero sconcerto, un senso di disorientamento. Una strada o un campo sul nostro tragitto quotidiano è cambiato per sempre, senza che nessuno l’abbia deciso e soprattutto senza che nessuno possa farci nulla. Ci abitueremo, certamente, ma sapere che “non è sempre stato così” non vi mette una certa malinconia?


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