Proteste in Cambogia. Proseguono da una settimana le manifestazioni e le proteste degli operai tessili a Phnom Penh, in Cambogia. Le manifestazioni hanno avuto un carattere prevalentemente pacifico, ma in alcuni casi gli scontri sono degenerati e ci sono stati diversi morti e feriti. Le proteste più dure sono avvenute ieri, con un bilancio pesante di almeno tre morti e alcuni feriti, stando alle cifre ufficiali fornite dalla polizia. Le proteste sono degenerate in scontro quando gli operati, radunatisi attorno alla zona industriale di Canadia, hanno cominciato ad erigere barricate e blocchi stradali. La polizia ha poi risposto al lancio di sassi sparando e il bilancio è stato quello riportato. Ma l’inviato speciale della Nazioni Unite Surya Subedi contesta le cifre, asserendo che i morti sarebbero almeno 4 e i feriti diverse decine.
L’industria tessile in Cambogia è un settore fondamentale, occupando circa 500.000 persone su una popolazione di 14 milioni di abitanti. Le manifestazioni, appoggiate anche dal partito di opposizione, il Partito della Salvezza Nazionale e hanno visto anche la partecipazione di diversi monaci buddisti. Le proteste sono nate in seguito alla richiesta dei vari sindacati dei lavoratori tessili cambogiani di un aumento del salario minimo da 80 dollari a 160 dollari al mese.