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Camorra, operazione contro il clan dei Casalesi: in arresto anche due figli di Francesco Schiavone, detto “Sandokan”

Creato il 10 marzo 2015 da Stivalepensante @StivalePensante

Operazione anticamorra contro il clan dei Casalesi, denominata “Spartacus Reset”. L’operazione è scattata all’alba ed in manette sono finiti, tra gli altri, anche due dei figli del boss Francesco Schiavone detto “Sandokan”, Carmine e Nicola. I carabinieri della compagnia di Casal di Principe, con circa duecento militari, elicotteri e unità cinofile, hanno condotto un blitz dalle prime ore di oggi per eseguire un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, nei confronti di oltre 40 indagati, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsioni, detenzioni di armi e ricettazione, reati tutti aggravati dal metodo mafioso.

Il video del comando provinciale dei Carabinieri di Caserta (Video dal canale Youtube Giuseppe Perrotta)

Oltre 200 carabinieri impegnati, sin dalle prime ore del giorno, nell’operazione “Spartacus Reset”. A Casal di Principe elicotteri e unità cinofile dei militari sono stati impegnati dall’alba di oggi per eseguire oltre 40 misure cautelari emesse dal gip di Napoli nei confronti di vertici e affiliati del clan dei Casalesi. Tra i destinatari del provvedimento, appunto, anche due dei figli del boss Sandokan, Carmine e Nicola. Le accuse a vario titolo vanno dall’associazione a delinquere di stampo mafioso all’estorsione, ricettazione, detenzione d’armi, reati aggravati dal metodo mafioso. Gli arresti sono stati eseguiti nelle province di Napoli, Caserta, Avellino, Lecce, Terni, L’Aquila Cosenza, Cuneo, Prato, Frosinone, Trapani e Taranto. L’indagine, iniziata nel 2012, per gli investigatori, azzera con gli arresti di oggi, la fazione Schiavone dei Casalesi, il gruppo di maggiore peso nel clan. Identificati anche gli attuali reggenti, dopo la detenzione del boss e di alcuni dei suoi figli.

I carabinieri hanno recuperato armi, libri contabili e individuato persone legate alla cosca. Gli investigatori della Dda attraverso il sequestro dei libri contabili dell’organizzazione hanno ricostruito il “bilancio” della fazione Schiavone del clan. Si tratta di un giro di affari da 200mila euro, tutti provento delle estorsioni, con una spesa corrente relativa al pagamento delle mensilità agli affiliati detenuti per i quali era prevista la somma di circa 60mila euro al mese. Alcuni di questi libri, sui quali il Ris di Roma ha effettuato una perizia calligrafica, sono risultati trascritti a mano da Carmine Schiavone. Nel corso delle indagini è stato accertato che la fazione aveva costituito una cassa comune per il pagamento degli stipendi agli affiliati della fazione Schiavone, Zagaria e Iovine, estendendo il controllo del territorio su tutto l’Agro Aversano compresi i comuni storicamente appannaggio della fazione Bidognetti. Gli affiliati reclusi percepivano uno stipendio mensile variabile tra i 1500 e i 2500 euro. Gli investigatori hanno inoltre individuato e sequestrato a Villa Literno un nascondiglio-bunker utilizzato per la latitanza degli affiliati.

Il ruolo e il controllo di Carmine Schiavone nel territorio dell’Agro Aversano. Carmine Schiavone “aveva un controllo su tutto il territorio dell’Agro Aversano” attraverso i suoi referenti locali, secondo quanto emerso dalle indagini della Dda di Napoli. Le informazioni di cui disponeva gli consentivano di individuare gli imprenditori e i commercianti ai quali imporre le estorsioni. Ben 20 gli episodi estorsivi accertati dagli investigatori; gli importi variavano dai 1500 ai 5mila euro per ogni vittima. Oltre al controllo sul territorio il reggente del clan esercitava “un vero e proprio comando su tutti gli affiliati – scrive il procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli – intervenendo nei loro confronti non solo per questioni relative alle dinamiche criminali ma anche per aspetti legati alla vita privata ritenuti disdicevoli con lo status di appartenente al sodalizio”. In un caso Schiavone non esitò a picchiare selvaggiamente un affiliato che intratteneva una relazione con una donna nonostante il suo divieto di frequentarla.

Commentando il blitz, il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha dichiarato: “La grande operazione condotta, oggi, dai carabinieri dimostra, ancora una volta, che lo Stato, alla fine, vince sempre. Con gli oltre quaranta arresti, infatti, viene inferto un colpo durissimo al sistema del malaffare del clan dei Casalesi, che vive ormai il continuo indebolimento delle sue radici criminali a vantaggio dei tessuti sani della società”. (ADNKRONOS)


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