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Camorra sgonfia il pallone della Mariano Keller

Creato il 23 gennaio 2014 da Makinsud

Il mondo del calcio sembra non avere pace. Questa volta è il turno della camorra che arriva a sgonfiare un pallone,

mariano keller

in cui la maggior parte della gente non si riconosce, ma che per altri rappresenta un luogo per gestire i propri affari sporchi, soprattutto nelle serie minori.

Nella giornata di ieri, la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, in collaborazione con le sedi di Firenze e Roma, sembra aver inferto un duro colpo alla criminalità organizzata campana ed ha effettuato un blitz anti-camorra che ha portato all’arresto di ben 90 persone, accusate di fare parte del clan Contini, e al sequestro di beni immobili ed altre attività per una somma che sfiora i 250 milioni di euro.

Nel vortice finisce anche la società sportiva Mariano Keller, squadra che milita nel campionato di Serie D e che fino alla scorsa stagione si chiamava Ctl Campania; il sospetto è che la società sia stata acquistata con denaro riciclato. Il presidente della società, Salvatore Righi, ex presidente della Massese e dirigente dell’Arzanese, avrebbe legami col clan Contini, finito nel mirino degli inquirenti. Sembra che nel tempo, la famiglia Righi, abbia investito nelle serie minori del calcio italiano per impiegare le ingenti somme di denaro nero a loro disposizione. Sequestrato anche il centro sportivo, a Napoli, dotato di cinque campi di calcio e calcetto, due palestre e due bar, per un valore di 2 milioni di euro. Proprio il centro sportivo, viene considerato un riservato luogo d’incontro tra Righi ed esponenti del clan Contini.

Non solo, pare che il clan Contini sia intervenuto nella stagione 2008-2009 per truccare una partita del campionato di Lega Pro tra Gallipoli e Real Marcianise, decisiva ai fini della promozione dei pugliesi in serie B. Secondo gli inquirenti, prima di questa partita Salvatore Righi e il figlio Ivano, Giuseppe Giannini e Luigi Dimitri, al tempo allenatore e diesse del Gallipoli, si misero d’accordo per consegnare la somma di cinquantamila euro ad alcuni calciatori del Marcianise, ovvero Michele Murolo, Massimo Russo ed altri elementi non identificati. Ai pugliesi serviva una vittoria per assicurarsi il primo posto (secondo arrivò il Benevento) e la gara in questione terminò col punteggio di 3-2, con la conseguente promozione in Serie B. Tra gli indagati risulta, dunque, anche Giuseppe Giannini, il Principe, ex bandiera della Roma e all’epoca dei fatti allenatore del Gallipoli. Tutti i soggetti coinvolti nella vicenda sono indagati per il reato di frode sportiva con l’aggravante della finalità mafiosa. Seguiranno sviluppi.


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