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SIAMO a Ramatuelle, dalle parti di St Tropez. In un camping alla periferia della città, il sole picchia sulla gente venuta a farsi arrostire dalle periferie di mezza Europa. Fra le famiglie ce n’è una belga: nonno, genitori, cane e un marmocchio di 3 anni chiamato Kyandro. I genitori si bagnano, il nonno sonnecchia, il cane (un Labrador di nome Jules) dorme legato a un albero, il marmocchio scorrazza.
A UN TRATTO Kyandro salta sulla pancia di Jules che si spaventa e morde. Il marmocchio è ferito al viso e alle braccia. I medici dicono che se la caverà senza conseguenze, ma la decisione della famiglia è univoca: Jules deve morire. Interviene la Fondazione Bardot: «Povero cane, perché ucciderlo? Tutti gli animali, svegliati in modo violento, hanno reazioni istintive prima di potersi controllare. D’accordo, ha morsicato il bambino, ma non significa che sia un cane aggressivo. Datelo a noi, lo terremo nel nostro giardino.» La famiglia si arrabbia: «Con quale diritto quella carampana s’immischia nelle nostre faccende private? Il cane è nostro e lo gestiamo noi. Se vogliamo ucciderlo, sono fatti nostri!»
LA STESSA ORA, una spiaggia alla Réunion. C’è un bel cartello «vietato bagnarsi», ma questo non impedisce alla quindicenne Laetitia di bagnarsi. Un pescecane ne approfitta e se la pappa. Lo avesse mai fatto! Incredibilmente, la popolazione non se la prende con Laetitia. No, se la prende con il pescecane. Come si è permesso di mangiarsi Laetitia? A morte! Anzi, già che ci siamo, ammazziamo tutti i pescicani. Vai a spiegargli che il pescecane ha fatto soltanto il suo mestiere di pescecane, visto che questa specie non è precisamente vegetariana. No, pretendono che il comune organizzi una caccia allo squalo e che le carcasse degli squali uccisi siano mostrate alla popolazione assetata di sangue.
PER FORTUNA gli animali non sono cattivi come gli umani. Usando questo metro, come dovrebbero reagire le famiglie delle bestie che gli umani ammazzano per puro piacere?
Dragor