Mi capisce, anche se non condivide le mie idee.
E come potrebbe, lui non sente quel che sento io.
Lui passeggia per le vie del paese e saluta 10 persone in meno di 20 metri. Io no.
Lui lavora, sta fuori tutto il giorno, io no.
Lui comunque vadano le cose ha sempre qualcuno che penserá alle cose importanti, io no, perché son io quella che pensa a quelle cose importanti.
E cosí oggi, in questo pomeriggio nuvoloso, con goccioloni che cadono ogni tanto, passeggiando per le vie del paese, per la spiaggia deserta, con Gabi che teneva al guinzaglio Flo, parlavamo.
Finalmente ascoltava.
E dirgli che non lo rimprovero di quello che non fa con suo figlio per criticarlo, ma per metterlo sull'attenti, perché suo figlio ha bisogno di lui, ed io non vogli ritrovarmi, in futuro, con un figlio che mi chiede se suo padre lo ama davvero. Neppure voglio ritrovarmi con un figlio che non vuole andare dal padre perché non lo conosce. E glielo spiegavo, glielo dicevo, tu sei il padre, io la madre, che tra noi le cose non funzionano non vuol dire che tuo figlio deva pagarne le conseguenze. Hai solo 5 minuti al giorno per stare con lui? Ok, ma fallo bene, abbraccialo, sbaciucchiatelo, fai quel che vuoi, ma dimostragli che lo ami, che anche se é piccolo, non importa, lui se lo ricorderá. Non é il tempo che passi con lui, é la qualitá che conta.
Capisce, certo, lo capisce.
Perché ho bisogno di una pausa.
Non capisce.
Perché me ne andró in Italia.
Non capisce.
Perché che senso ha che rimanga qui vivendo in un'altro appartamento, se il problema rimane sempre quello. Io mi sento sola, ma sola di una solitudine che non puoi capire, perché tu non la vivi, ed allora siamo sempre allo stesso punto, e non si risolve niente.
Inizia a capire.
Perché ho bisogno d'aiuto.
Non capisce.
Ho bisogno della mia famiglia, degli amici, di sentirmi bene, tra gente che vuol stare con me. Glielo spiego.
Allora vai.
Devo trovar casa.
Ma quanto ti fermi?
Non lo so.
Ma perché una pausa.
Ho bisogno di tempo.
Capisce, non capisce, peró sá che cosí non posso andare avanti.
Organizzeremo le cose per bene, fino ad ottobre ci son voli diretti, verrá lui in Italia, verró io qui, cercheremo di far il possibile per Gabi. Ma io non so quanto tempo staró via.
E mi rompe, sai, lasciar sto posto, perché lo adoro, perché mi piace, ma non ci posso piú stare. E devo trovarmi un lavoro, qui non lo posso fare, qui non ho nessuno che mi aiuta, lí almeno...
Capisce.
Ed é quando lui capisce che io dentro sento che finisce tutto. Sento che é tutto cambiato.
Non voglio litigate, non voglio rancori, voglio che siamo amici, genitori, voglio che non si complichi tutto, voglio star bene, e in fin dei conti siamo una famiglia, anche se tra noi le cose non vanno bene.
Ma lui non capisce perché io non voglio starci piú insieme.
Io non so come farglielo capire, lascio che il discorso si perda.
Ed é ora quando io capisco che tutto é cambiato, che c'è questo momento di non ritorno, che non ci son ripensamenti (non che li avessi). Vedo tutto diverso. Vedo che tutto é passato. Il presente é passato, ed io son giá nel futuro.
Organizzo mentalmente il cambio, la questione sembra piú semplice. Un viaggio in macchina, viaggi in aereo, le cose trasportate poco a poco. Prendendo la decisione poco a poco. O forse cercando di rendere il distacco meno doloroso.
Ormai lui capisce che non son piú qui. Ormai io capisco che non saró piú solo qui.
La distanza si materializza, e la nebbia si dissolve.
Ed io sento quel nodo in gola che sale e scende, e che se ancora fumassi mi siederei in terrazza, guardando questo cielo nuvoloso, fumando una sigaretta, mentre ascolto della musica seria, e il nodo in gola si scioglierebbe. Come se tutta l'attesa si sciogliesse in quel momento, come se in quel preciso momento tutto cambiasse.
Ma no, la realtá non é quella, io non fumo piú da quasi due anni, non mi siedo piú in terrazza a rimirare il cielo nuvoloso, non metto piú musica seria da ascoltare, c'è Pocoyo in sottofondo, e il nodo in gola lí rimane, perché c'è un bimbo che corre per casa, e non capirebbe quel nodo in gola che si scioglie.
E non é la libertá, é solo il senso di pesantezza che si solleva, é sapere che lui finalmente capisce, lui sá, lui non condivide, lui non ne vede la necessitá, ma non puó fare altro che accettare. Perché io ho fatto lo stesso per molto tempo, ed ora tocca a lui.
Ed é ora che io capisco che presto tutto sará diverso. Un mese, due, forse tre, ma tutto cambierá.
Capisco....capisce...