18 Febbraio 1985
Dopo aver raggiunto il traguardo, si è felici. Dopo la felicità viene il vuoto. Il vuoto del non sapere più cosa fare, dopo.
Soprattutto se quel traguardo era Marty.
Siamo stati insieme, ieri notte.
Tutto è cambiato in questa stanza. Ora ovunque profuma id lei. Ho capito perché Charlie Parker bruciò il materasso. Probabilmente era pazzo, ma se avesse voluto dimenticare qualcuno, questo è il modo più facile.
Togli tutte le tracce. Bruci tutto, distruggi i ricordi e nascondi il resto col fumo.
Ma non è ancora il momento.
Forse era ubriaca, anzi penso proprio lo fosse.
Il dramma vero è che io non lo ero. Ho avuto la terribile sensazione di capire davvero cosa stesse accadendo a metà del rapporto. La cosa più terribile. Il fatto che mi stesse usando come un dildo di carne, più che amarmi.
Si è ubriacata, mi ha scopato, fine della serata.
È stato quasi solo piacere, ma erano gli ormoni che parlavano.
Non penso sia stata nemmeno colpa sua. Se io avevo gli ormoni che parlavano, lei aveva l’alcool che parlava.
Si è congedata rapidamente e mi ha lasciato qui a pensare.
Non so onestamente come sia tornata a casa.
Avevamo lasciato il bar insieme, non era tardissimo, quindi abbiamo parlato un po’. Non ricordo molto altro.
Ora è mattino, e devo ancora digerire tutto. Ma sarà pesante.
Tutto questo che è accaduto è quello che volevo, ma non come lo volevo.
Come Lupe Vélez. Voleva essere ricordata. Infatti è ricordata, dai pochi che soffrono di insonnia e che la combattono con retrospettive in bianco e nero. Ma per i motivi sbagliati. Lunga storia.
Non so come farò a vederla ancora negli occhi. A pensare che domani dovrò rivederla, per forza. Oggi resto a casa a dormire. Magari ascolto qualche nuova uscita. O forse mi riascolto The Medicine Show dei Dream Syndicate.
Forse era Thelonious Monk che bruciò il materasso. Di sicuro lo fecero i Led Zeppelin.
Non penso dovrei farlo anche io. Per togliere via gli odori, basta un buon lavaggio a 40 gradi e tanto detersivo.
Per i pessimi ricordi, anche l’alcool non è buono. Non si sciolgono, non si risolvono, e come dice un ottimo detto, sanno nuotare benissimo. O meglio ci sguazzano.
L’attesa è l’unica soluzione. Aspettare. Magari questa delusione si trasformerà. Forse la dimenticherò.
Conoscendomi, è quasi certo. Non per la forza interiore, quanto per la pessima memoria.